Parcheggio a pagamento:
«Sindaco, lei ci mette in crisi»

«Con l'allungamento dell'orario in cui si deve pagare il parcheggio e con l'estensione delle aree di sosta a pagamento ci sta mettendo in crisi»: è questo in sostanza quanto scrive un gruppo di lavoratrici al sindaco di Bergamo. «Pensi ad agevolazioni».

«Con l'allungamento dell'orario in cui si deve pagare il parcheggio e con l'estensione delle aree di sosta a pagamento ci sta mettendo in crisi»: è questo in sostanza quanto scrive un gruppo di lavoratrici al sindaco di Bergamo. «Pensi ad agevolazioni».

Dover pagare la sosta, dicono le lavoratrici, fa volare via ogni anno lo stipendio di un mese e mezzo, sottratto a quello che può essere messo a disposizione della famiglia. Il problema è particolarmente grave per chi non può, a causa di orari incompatibili, ricorrere all'alternativa dei mezzi pubblici

ECCO IL TESTO DELLA LETTERA
«Egregio sig. sindaco,
siamo un gruppo di lavoratrici dipendenti, e oggi ci sentiamo obbligate a scriverle questa lettera per indurla a riflettere molto seriamente sulla condizione nella quale ci sta mettendo con l'introduzione dei parcheggi a pagamento di prossima istituzione di cui abbiamo avuto notizia da precedenti articoli apparsi su L'Eco di Bergamo.

Noi lavoriamo 8 ore al giorno, e molte di noi restano sul posto di lavoro anche nella pausa pranzo per evitare l'aggravio del costo del carburante,  risparmiando la percorrenza di  20 o 30 km al giorno.

Come lei, siamo gente che lavora onestamente, che paga le tasse, che ha un mutuo sulle spalle, qualcuno con le rate dell'auto, e altre alle prese con le rette degli asili nido, per niente economici, senza contare i rincari di ogni genere che giornalmente subiamo a partire dal carburante. E spesso e volentieri facendo quadrare i conti con un solo stipendio.

Gentile sig. sindaco la scelta della sua giunta, che ha deciso di istituire i parcometri ovunque, difatto sottrae ad ognuna di noi all'incirca l'equivalente di uno stipendio e mezzo all'anno, sottraendolo ai nostri figli…

Comprendiamo l'esigenza di far quadrare i conti nell'amministrazione comunale, cosa che nostro malgrado applichiamo all'interno delle nostre famiglie ogni santo giorno. Pertanto le chiediamo  di venirci incontro, predisponendo perlomeno delle agevolazioni a chi deve presentarsi sul posto di lavoro e non ha la possibilità di usare i mezzi pubblici».
Roberta e un gruppo di lavoratrici

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