Bergamo e la terra di Bolivia:
gemellaggio nel segno della fede

«Desidero ricordare le famiglie dei migranti boliviani a Bergamo proprio in questa città, Cochabamba, da cui provengono per la maggior parte». Così il vescovo Beschi nella celebrazione per il cinquantenario della cooperazione tra le due Chiese.

«Desidero ricordare le famiglie dei migranti boliviani a Bergamo proprio in questa città, Cochabamba, da cui provengono per la maggior parte». Così il vescovo Francesco Beschi, lunedì sera, nella celebrazione per il cinquantenario della cooperazione tra le Chiese di Bolivia e Bergamo ha voluto ricordare gli immigrati boliviani di Bergamo.

Nella Cattedrale piena di gente, tante le famiglie dei boliviani che vivono nella nostra città. «Questa presenza è stata siglata addirittura da un gemellaggio istituzionale tra le due città – ha continuato il vescovo – e tra noi c'è il cappellano dei migranti latino americani, don Mario Marossi».

Un saluto alle famiglie di Cochabamba che vivono a Bergamo anche dall'arcivescovo di Cochabamba, monsignor Tito Solari, che ha concelebrato la Messa insieme a monsignor Angelo Gelmi, vescovo ausiliare, e a monsignor Beschi.

«La storia della missione bergamasca a Cochabamba – ha spiegato monsignor Solari – è storia di comunione tra gli uomini nel segno della fede. Una comunione proclamata nel Concilio Vaticano II di cui Papa Giovanni XXIII, un bergamasco, è stato fautore. Sono stati 52 i missionari bergamaschi giunti in Bolivia in questo mezzo secolo: uno all'anno e la diocesi invia anche sacerdoti in altre parti del mondo. Questo è il segno della capacità di donare della Chiesa di Bergamo».

Tutto su L'Eco di Bergamo del 2 agosto

© RIPRODUZIONE RISERVATA