Riuniti, secondo trapianto di cuore su una donna di 36 anni

Dopo quattro interventi correttivi al cuore e un trapianto cardiaco, a distanza di 14 anni è stata sottoposta a un secondo trapianto di cuore. Ora, è in attesa di un trapianto di rene, a causa di un’insufficienza renale provocata, con il passare degli anni, dalla terapia antirigetto. Natascia ha solo 36 anni e il suo calvario non  è ancora finito: affetta dalla nascita da una grave cardiopatia congenita, la donna - originaria della provincia di Venezia - è stata dimessa il 22 marzo dagli Ospedali Riuniti di Bergamo: qui il 23 febbraio ha subìto l’ultimo trapianto di cuore. L’anno scorso aveva avuto una grave crisi di rigetto del cuore che le era stato trapiantato nel 1993.

È stato, hanno spiegato i medici, un intervento molto difficile sia sul fronte chirurgico che anestesiologico. «Vista la complessita del caso la decisione se eseguire o meno il ritrapianto è stata molto sofferta. La determinazione della paziente e la disponibilità di un donatore idoneo ci hanno spinto a proseguire – ha spiegato il dott. Amando Gamba, responsabile del centro trapianti di cuore dell’ospedale di Bergamo che con il dott. Francesco Seddio, il dott. Francesco Vattimo e l’anestesista dott. Franco Ferri ha eseguito l’intervento -. Si trattava del sesto intervento in una paziente in precarie condizioni generali. Alcune gravi complicanze intraoperatorie ci hanno fatto temere il peggio, ma fortunatamente tutto è andato per il meglio e il nuovo cuore ha iniziato da subito a svolgere egregiamente il suo compito».

«Per la seconda volta sono tornata a sperare nel diritto della vita - ha detto Natascia - e di avere una famiglia. La solidarietà di chi ha donato mi aiuterà a superare l’esperienza del dolore e a guarire, spero per sempre». Ora Natascia è a casa, ma deve eseguire la dialisi peritoneale notturna in attesa di poter ricevere un rene nuovo.
Parte uno studio sui farmaci antirigetto:
Il suo caso caso conferma il problema dell’insufficienza renale che talvolta si verifica dopo il trapianto di cuore per l’utilizzo della ciclosporina. «Da circa 3 anni - spiega il cardiologo del centro trapianti dei Riuniti, Roberto Fiocchi - vengono utilizzati nuovi farmaci che possono essere associati a dosi molto ridotte ciclosporina e potrebbero ridurre il rischio dell’insufficienza renale, ma non esiste ancora nessuna conferma da studi scientifici internazionali. Ecco perché il nostro centro ha proposto e ottenuto l’approvazione del comitato etico dell’ospedale di uno studio di rilevanza internazionale su 200 pazienti trapiantati di cuore. Cento trattati e con ciclosporina, quindi in terapia convenzionale, e 100 anche con il farmaco everolimus e dosi ridotte di ciclosporina. Al termine dello studio,entro due anni, saremo in grado di saperne di più sulla riduzione di tossicità che i nuovi farmaci riescono a garantire preservando sia il cuore che i reni».

Riuniti, 723 trapianti di cuore
Il centro trapianti di cuore degli ospedali Riuniti di Bergamo ha eseguito in totale 723 interventi, adulti e pediatrici. Nei primi 3 mesi del 2007 i trapianti di cuore sono stati 8 di cui 2 a pazienti con meno di 18 anni.

(30/03/2007)

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