Raimondi indagato da febbraio
Avrebbe fatto pressioni sull'Arpa

Il referente della Compagnia delle opere di Bergamo in Regione, capace di influenzare l'attività amministrativa. Era questo il ruolo, secondo l'accusa, di Marcello Raimondi, assessore regionale uscente all'Ambiente. Che risulta indagato da febbraio.

Il referente della Compagnia delle opere di Bergamo in Regione, capace di influenzare l'attività amministrativa. Era questo il ruolo, secondo l'accusa, di Marcello Raimondi, assessore regionale uscente – dopo l'azzeramento della Giunta travolta dagli scandali – all'Ambiente, finito nel registro degli indagati della Procura di Milano con l'accusa di corruzione per aver sbloccato con presunti atti illeciti la pratica della discarica di amianto che tanto interessava all'imprenditore Pierluca Locatelli.

L'accusa pende sulla testa dell'assessore, nato a Bergamo nel 1961, dalla fine dello scorso febbraio, anche se il politico del Pdl non ha ancora ricevuto un avviso di garanzia e la notizia della sua iscrizione è trapelata solo giovedì 18 ottobre. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, che si sono basati anche sulle dichiarazioni messe a verbale dall'imprenditore bergamasco lo scorso 31 gennaio e di alcuni funzionari della Regione, Raimondi sarebbe arrivato addirittura al punto di fare pressioni su alcuni dirigenti e soprattutto su un responsabile dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente di Milano.

Il dirigente dell'Arpa, Roberto Cerretti, anche lui sentito dai pm, non avrebbe accettato infatti di firmare la Valutazione di impatto ambientale per l'apertura della discarica che doveva sorgere a Cappella Cantone, in provincia di Cremona. E per questo suo rifiuto sarebbe poi stato trasferito in un ufficio della Protezione civile.

Nel frattempo, ad aprile 2011 la Giunta regionale, su proposta di Roberto Formigoni, approvava una delibera con la quale, in sostanza, si dava l'ok alla realizzazione della discarica. Poi tra luglio e settembre, gli investigatori intercettavano una serie di telefonate che dimostrerebbero i contatti e gli incontri tra Luigi Brambilla, l'ex numero due della Cdo bergamasca, e Raimondi.

E a settembre 2011, esattamente il 26, arrivava un altro via libera dalla Regione alla discarica con la firma della Autorizzazione integrata ambientale. Proprio nello stesso mese, secondo le indagini, Locatelli avrebbe pagato la prima tranche della tangente a Brambilla e all'ex presidente della Cdo di Bergamo, Rossano Breno, attraverso una finta consulenza.

La società Custodia Srl avrebbe emesso proprio in quel periodo una fattura da 185 mila euro. Mentre la seconda tranche, da 25 mila euro, sarebbe stata versata in contanti da Locatelli a un rappresentante della Cdo, pare lo stesso Breno, nella macchina dell'imprenditore il 3 ottobre, quando tutte le autorizzazioni per la discarica erano state ottenute.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di venerdì 19 ottobre

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