«Io malato di slot machine»
La confessione del capo pattuglia

Posseduto dal demone dell'azzardo, incapace di trattenersi quando udiva il tintinnio delle monetine vomitate dalle slot, disposto a restarsene incollato ai videopoker anche durante il servizio, indossando la divisa.

Posseduto dal demone dell'azzardo, incapace di trattenersi quando udiva il tintinnio delle monetine vomitate dalle slot, disposto a restarsene incollato ai videopoker anche durante il servizio, indossando (e disonorando, secondo il questore Finolli) la divisa.

Nelle informative la Mobile scrive di «attaccamento compulsivo alle macchinette», affermazione che S. A., 48 anni, ex assistente capo della Volante, iha confermato davanti al gip Giovanni Petillo, durante l'interrogatorio di garanzia dopo che giovedì è stato sottoposto con altri tre colleghi al divieto di dimora a Bergamo.

«Sono malato di gioco, sto cercando di curarmi in un centro di ascolto». Più una richiesta di aiuto che una confessione, quella dell'agente attorno al quale ruoterebbe lo scandalo che ha investito la questura: 7 poliziotti della Volante, uno dell'Immigrazione, più tre militari impegnati nelle pattuglie miste, indagati perché - secondo le accuse - anziché perlustrare il territorio avrebbero trascorso numerose soste in due sale giochi della città.

«La pattuglia - precisa uno dei legali degli indagati - era comunque sempre collegata via radio con la centrale e che dunque il pronto intervento sul territorio non veniva mai meno».

S. A. ieri ha raccontato di essersi scoperto affetto da ludopatia a settembre, confessando che l'azzardo l'ha trascinato nella palude delle difficoltà economiche. L'unica scommessa che vuole vincere ora è quella della guarigione.

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