Schilpario, sfregio ai caduti
Danni al monumento dei Fondi

Nella notte tra lunedì e martedì è stato gravemente danneggiato il Monumento ai caduti dei Fondi a Schilpario che ricorda l'eccidio, il 28 aprile 1945, di dodici persone tra partigiani e civili. La denuncia dell'Anpi provinciale di Bergamo.

Nella notte tra lunedì e martedì è stato gravemente danneggiato il Monumento ai caduti dei Fondi a Schilpario che ricorda l'eccidio, il 28 aprile 1945, di dodici persone tra partigiani e civili.

L'eccidio è uno degli episodi più tragici dei giorni della Liberazione nella nostra provincia, non solo per il numero dei morti ma per le modalità in cui è avvenuto: i fascisti della “Tagliamento” aprirono il fuoco su chi stava loro chiedendo la resa e poi infierirono brutalmente sui cadaveri.

Il Monumento, realizzato su progetto di Walter Giliberto e inaugurato nel maggio del 2011, si trova in località Fondi ed è costituito da 17 aste in acciaio conficcate nel terreno, che riproducono la costellazione dell'Orsa maggiore e l'orientamento dei corpi celesti nella notte del 28 aprile 1945 alle 20.30, ora dell'eccidio. A completare il monumento verso il bosco, a terra, è stata posta la lapide originaria con i nomi delle vittime.

«Gli ignoti visitatori di lunedì notte - scrivono dall'Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea, Anpi provinciale di Bergamo, Comitato bergamasco antifascista - hanno piegato le due aste centrali con un'azione che a nostro parere non può che essere stata programmata e pensata. Non è il primo episodio di “sfregio” a monumenti o lapidi dedicate alla memoria della nostra Resistenza e benché nessuno lo abbia finora “rivendicato” non ci sembra di poterlo definire un semplice “atto di vandalismo”. È al contrario un atto grave che colpisce tutti coloro che sentono la Resistenza come la pagina più bella e alta della storia del nostro paese e, soprattutto, colpisce tutta la comunità di Schilpario per cui quel monumento è un luogo vivo di cui prendersi cura, da interrogare sempre e non solo durante le commemorazioni ufficiali, un luogo non simbolico ma concreto di incontro tra passato e presente e tra generazioni. Non è difficile capire a chi possa dare fastidio; tra noi ci sono ancora gli eredi di altre pagine della storia d'Italia».

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