IPad, vineria e anche menù bimbi
Ecco le fatture finite sotto accusa

Cene, addirittura un menù bimbi, vini, prodotti elettronici. C'è un po' in tutto nelle fatture finite sotto accusa nell'ambito dell'indagine sui rimborsi «facili» che sta scuotendo anche la Regione Lombardia e vede coinvolti pure tre politici bergamaschi.

Per Marcello Raimondi si spazia da due menù bambini più due coperti adulti da 50 euro al ristorante pizzeria «Da Mimmo», fino ai 950 euro per 38 menù degustazione» al ristorante «All'Antico Mulino» e ai 340 euro per una camera per due persone all'hotel Milton di Rimini nell'agosto 2010.

Il vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Saffioti, invece, colleziona tre cene nel 2011, al prezzo di 6-7 mila euro ognuna, annotate come eventi per «amministratori», mentre il leghista Roberto Pedretti (contestati oltre 32 mila euro in meno di tre anni) passa dall'acquisto di una bottiglia di Chardonnay da 59 euro ai quasi 1.800 euro pagati per vari prodotti Apple in un solo colpo. Per Pedretti e Saffioti gli interrogatori sono fissati per mercoledì.

Sono solo parte delle spese contestate dalla Procura di Milano ai tre consiglieri bergamaschi del Pirellone in un lungo elenco dettagliato che segnala tutti quegli scontrini e quelle ricevute che i tre esponenti politici si sarebbero fatti rimborsare coi soldi pubblici dei gruppi consiliari in maniera, secondo gli inquirenti, ingiustificata.

L'ex assessore regionale del Pdl Raimondi avrebbe ottenuto rimborsi illeciti per un totale di 69.153 euro, tra il 2008 e il 2012. Nell'invito a comparire il suo interrogatorio è fissato per giovedì, anche se, da quanto si è saputo, la convocazione dovrebbe essere stata anticipata a oggi pomeriggio.

Anche il vicepresidente del Consiglio regionale Saffioti (Pdl) ha un prospetto di uscite contestate fatto soprattutto di pranzi e cene, ma anche di prodotti tecnologici, che lo portano a una cifra pari a 105.668 euro, una delle più alte tra i 22 consiglieri indagati.

Sono in Regione da 18 anni con correttezza e onestà. Questa vicenda è per me una profonda ferita». Saffioti ribadisce con amarezza la correttezza del proprio comportamento e spiega il meccanismo dei rimborsi: «Le varie ricevute vengono date alla mia segreteria che effettua un primo vaglio, poi il tutto viene passato alla segreteria del gruppo che fa un'ulteriore scrematura: quindi è il gruppo che rimborsa. Il riferimento è alle legge del 1972: la normativa prevede che venga dato ai gruppi consiliari uno stanziamento per attività di formazione, informazione, rappresentanza, per far conoscere l'attività del consigliere, ma anche per dargli la possibilità di conoscere i problemi del territorio».

«La cosa non è personale, ma collettiva. L'impressione è che non venga contestato il singolo rimborso, ma il meccanismo dei rimborsi che, però, in Lombardia è così dal 1972. Credo che anche in altre Regioni sia così. Mi sarebbe facile dire che siamo in campagna elettorale e che vengono colpiti i gruppi Pdl e Lega. Ma non voglio pensarlo. Iniziative del genere sono in atto anche in altre Regioni. Più che un attacco a una parte politica mi sembra un'iniziativa contro l'istituzione Regione».

Leggi la pagine dedicata all'argomento, con i rimborso contestati, su L'Eco di martedì 18 dicembre

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