Pd, sabato le parlamentarie
Urne aperte dalle 8 alle 21

Dopo il doppio round nazionale (col ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi) e il turno unico per le regionali (con la vittoria di Umberto Ambrosoli), domani è la volta delle parlamentarie per il Partito Democratico a Bergamo.

È la quarta chiamata alle urne nel giro di due mesi. Per il Pd la «prova democratica» delle primarie è anche uno sforzo organizzativo non indifferente. Dopo il doppio round nazionale (col ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi) e il turno unico per le regionali (con la vittoria di Umberto Ambrosoli), domani è la volta delle parlamentarie, per la scelta dei candidati a Camera e Senato.

Ancora un centinaio i seggi allestiti in Bergamasca (la mappa sul sito del Pd di Bergamo oppure su primarieparlamentaripd.it), con migliaia di volontari mobilitati. Sui siti del partito le regole per poter partecipare al voto, che qui riassumiamo. Le urne saranno aperte dalle 8 alle 21 (un'ora in più rispetto alle precedenti primarie).

Possono votare tutti gli elettori che si sono registrati in occasione delle primarie nazionali del 25 novembre-2 dicembre, oltre agli iscritti al Pd nel 2011 che abbiano rinnovato l'adesione fino al momento del voto. Per esprimersi, l'elettore deve sottoscrivere l'appello «Italia bene comune» e versare una sottoscrizione di almeno due euro che finanzierà la campagna elettorale.

Agli elettori è data la possibilità di esprimere un massimo di due preferenze, purchè differenti per genere (uomo-donna). Qualora le due preferenze siano dello stesso genere, la seconda nell'ordine è nulla. La regola è stata introdotta per garantire la rappresentanza femminile, che dovrebbe raggiungere almeno il 40% di presenze in lista. Per votare è necessario esibire il documento d'identità o il certificato elettorale.

È possibile anche votare fuori sede, purché in provincia di Bergamo. Sei gli aspiranti parlamentari bergamaschi, che verranno inseriti nella lista di Camera o Senato con posizioni legate al numero di preferenze. La lista per la Camera sarà multiprovinciale, mentre quella per il Senato per tutta la Lombardia. Se finiranno nell'una o nell'altra lista «sarà una decisione politica», fanno sapere dal Pd. Ergo: non lo sceglieranno gli elettori, ma il Pd. Il senatore Mauro Ceruti non si ricandida, mentre il deputato uscente Antonio Misiani saprà dopo le parlamentarie se sarà nel listino bloccato di Bersani.

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