Provincia, i gruppi si riducono le spese
Meno 80% per dare fondi a strade e scuole

Meno 80%, con un risparmio annuale di circa 56 mila euro. È la decurtazione che i gruppi politici che siedono in Consiglio provinciale hanno deciso di «auto-infliggersi», per contribuire a far tornare i conti dell'ente. In particolare l'auspicio, espresso nella lettera con cui il presidente del Consiglio Roberto Magri annuncia la decisione, è che la somma «venga utilizzata per concorrere alle spese necessarie per la viabilità e l'edilizia scolastica, temi nevralgici per la collettività».

La rinuncia riguarda i fondi che vengono destinati alle spese dei gruppi consiliari: circa 70 mila euro, che servono ai consiglieri per promuovere attività quali conferenze, riunioni, interventi di esperti su temi specifici. Ora, tutti insieme si è decisa la sforbiciata, per cui la somma scende a 14 mila euro circa, liberando risorse per altri obiettivi. E altri risparmi sono in arrivo sul fronte del personale: ai dirigenti verrà proposto una riduzione del 15% sull'indennità di risultato, mentre cinque funzionari che rientrano in quota «staff» (e dunque non sono dipendenti della Provincia, ma hanno incarichi fiduciari) hanno accettato di ridurre il proprio orario settimanale da 36 a 20 ore.

«A loro va il mio ringraziamento - dice Pirovano -. Per effetto della spending review, le spese per questi lavoratori esterni non possono andare oltre il 50% rispetto al 2009». Per la stessa ragione, un dirigente nominato dal presidente sta valutando di rinunciare alla carica. Inferiori anche i costi per il nuovo capo di gabinetto, Ramon Pedretti, che ha sostituito Lucio Brignoli, passato in Regione con il neo assessore Claudia Terzi.

In tema di bilancio 2013, ieri la Giunta doveva esaminare il programma triennale delle opere pubbliche, ma il tema è stato rinviato perché «per come è uscito dagli uffici, con interventi per 145 milioni l'anno, è un libro dei sogni - commenta Pirovano -. Lo faremo, ma con le cifre che davvero pensiamo di impegnare: di opere nuove non se ne parla, solo manutenzioni. Tra l'altro, dobbiamo redigere un piano triennale, quando con le norme attuali dal 1° gennaio prossimo la Provincia sarà commissariata, e si procederà solo con l'ordinaria amministrazione».

Decisamente non ultimo, il tema della cultura: Pirovano conferma che «si sta studiando un accordo con i Comuni per passare a loro, attraverso i cinque sistemi, la gestione del prestito interbibliotecario e della catalogazione, con la garanzia che come Provincia daremo a loro i 194 mila euro l'anno che riceviamo dalla Regione per il servizio biblioteche, e per un paio d'anni cercheremo di aiutarli anche con altre risorse». Questo comporterebbe però un netto ridimensionamento del settore Cultura della Provincia: «Ci troveremo con 19 dipendenti, tra cui un dirigente, che avranno ben poco da fare, visto che le risorse per organizzare eventi o dare contributi sono ormai minime», aggiunge il presidente. L'ipotesi è di «organizzare dei corsi per farli poi lavorare all'Ambiente, che quanto a personale è sottodotato. E poi, sul totale dei 610 dipendenti, dovremo, come ci dice la legge, fare i conti per valutare eventuali esuberi».

L'ipotesi di chiusura del settore era stata oggetto già la scorsa settimana di una breve nota ai dipendenti da parte di Rsu e sindacati, che intendono proseguire il confronto per chiarire la situazione e salvaguardare i livelli occupazionali. Ieri, la Funzione pubblica Cgil ha inviato ai dipendenti una comunicazione in cui si domanda tra l'altro «quali risparmi potrebbero essere realizzati con la possibile chiusura del settore», visto che «anche dichiarando esuberi il personale, prima di essere licenziato, manterrebbe il diritto per due anni alla corresponsione dell'80% del trattamento economico fondamentale».

Fausta Morandi

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