Pirovano, presidente con la chitarra:
«Meglio una città rumorosa che morta»

Meglio una città avvolta dal silenzio o una Bergamo viva anche la sera? In mezzo alle polemiche che hanno accompagnato la recente chiusura del locale Loft di via De Amicis, il presidente della Provincia Ettore Pirovano imbraccia la chitarra e le «suona» ai meno tolleranti.

Meglio una città avvolta dal silenzio o una Bergamo viva anche la sera? In mezzo alle polemiche che hanno accompagnato la recente chiusura del locale Loft di via De Amicis (che ha sospeso l'attività a scopo preventivo dopo un sopralluogo dell'Arpa sulla rumorosità dell'attività), il presidente della Provincia Ettore Pirovano imbraccia la chitarra e le «suona» ai meno tolleranti: «La musica fa bene a chi l'ascolta, migliora l'umore, e ha numerosi altri effetti positivi».

E non ha effetti collaterali per chi la ama, al massimo può far inviperire i vicini. Tra questi, c'è chi tuona contro la presenza dei locali e le note melodiche che li avvolgono, o si lamenta per il rumore causato da chi dopo una serata si ferma a fare quattro chiacchiere in strada prima di rientrare a casa. Pirovano taglia corto e in difesa dello svago sano replica: «Magari servirebbe un po' meno bigottismo e un po' più di comprensione verso gli altri».

Il presidente di via Tasso, che non solo è un appassionato di musica, ma è lui stesso un chitarrista, sulla vicenda che ha portato alla chiusura del locale di via De Amicis dove si suonava Jazz dal vivo, ribadisce la volontà di cercare di dare una mano concreta per la riapertura. Anche ipotizzando, se il problema è solo il volume della musica dentro la struttura, la realizzazione di una colletta per poter insonorizzare meglio il locale.

«È molto meglio tenere aperti i locali dove i musicisti suonano dal vivo che quelli dove le persone perdono soldi schiacciando bottoni», ha aggiunto con un chiaro riferimento al proliferare di sale slot. Pirovano le «suona» anche ai bergamaschi che puntano l'indice contro chi, all'uscita dai locali notturni, si ferma a scambiare quattro chiacchiere prima. «Preferisco sentire un po' di rumore in strada perché le persone si fermano a parlare piuttosto che una città dove la sera ci sono in giro solo delinquenti».

Leggi di più su L'Eco di sabato 1° giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA