Di pattuglia con gli agenti delle Volanti
Tra i tossici e i grazie dei cittadini

Alla fine di una giornata - una - passata con gli agenti della squadra Volanti viene naturale chiedere: «Ma chi te lo fa fare?». Una vita di sacrifici, stipendio non certo da favola, cene, feste e domeniche saltate, tempo rubato agli affetti e alla famiglia.

Senza contare i pericoli: quello delle Volanti è il reparto che interviene per primo e ha quotidianamente a che fare con risse, aggressioni, ubriachi, tossicodipendenti, liti in famiglia, furti e rapine. «Vale proprio la pena fare questo lavoro?».

Loro ci pensano giusto un attimo prima di dire, onestamente: «Dipende dai giorni». Già, perché questo lavoro - come quello di tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine - ogni tanto riserva grandi soddisfazioni. E sono quelle che ripagano dei tanti sacrifici.

Ma non bisogna pensare agli arresti di pericolosi criminali: quello che rende felice questi ragazzi - molti sono giovani, poche le donne - è un semplice grazie ricevuto dal cittadino che ha chiesto aiuto, il disegno inviato da un bambino (li conservano tutti, in ufficio), il fatto di essersi resi utili, di aver risolto un problema.

Dopo aver passato una giornata con le Volanti si ha proprio la sensazione che le frustrazioni maggiori per questi poliziotti arrivino dall'impotenza nel combattere certi reati. «Noi dobbiamo agire nel rispetto della legge e certe volte non possiamo proprio intervenire, lasciando insoddisfatta la domanda dei cittadini» spiega il coordinatore dei poliziotti di quartiere, sovrintendente capo Danilo Bombardieri, 25 anni di servizio, moglie in polizia, una lunga esperienza tra squadra Mobile, Stradale, ufficio stranieri, Volanti.

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