Il vescovo: «La catechesi moderna
sia un impasto tra la fede e la vita»

«Oggi si dice che la fede è cosa per pochi, è cosa da poco e si può vivere anche senza la fede. Perciò oggi la catechesi deve presentare il Vangelo come significativo e decisivo per l'esistenza umana».

«Oggi si dice che la fede è cosa per pochi, è cosa da poco e si può vivere anche senza la fede. Perciò oggi la catechesi deve presentare il Vangelo come significativo e decisivo per l'esistenza umana. È necessaria la testimonianza di cristiani credibili perché credenti e perché umani».

È un passaggio dell'intervento del vescovo Francesco Beschi, venerdì sera 13 settembre in Seminario, nell'assemblea diocesana. Erano presenti oltre mille persone. I lavori sono iniziati con i saluti del vicario generale monsignor Davide Pelucchi, un momento di preghiera guidato da don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, e l'intervento di don Antonio Facchinetti, direttore dell'Ufficio catechistico di Cremona, che ha parlato della realtà della catechesi nella sua diocesi.

Il biblista monsignor Patrizio Rota Scalabrini ha poi presentato il sussidio biblico-catechistico, intitolato «Prigionieri della speranza» che correda la nuova Lettera pastorale del vescovo. Il vicario episcopale monsignor Vittorio Nozza ha invece illustrato le iniziative in cantiere per la prossima canonizzazione di Papa Giovanni, destinate a parrocchie, mondo culturale e giovani. La prima sarà la Messa a Sotto il Monte l'11 ottobre, festa liturgica del Beato Papa Giovanni, seguita dall'inaugurazione del «giardino della pace». Poi la cena, che quest'anno è stata volutamente sobria. Infatti, la differenza di costi sarà destinata a un progetto umanitario attivo in Giordania per soccorrere i profughi della Siria.

Dopo la pausa della cena, l'intervento del vescovo sulla nuova lettera pastorale «Donne e uomini capaci di Vangelo», frutto della sua esperienza, lo scorso anno, delle visite ai catechisti dei 28 vicariati diocesani. «Il tema non è soltanto la catechesi, ma l'adulto credente - ha precisato monsignor Beschi -. Ieri si diventava cristiani adulti grazie al tessuto sociale e culturale, alla parrocchia, alla famiglia. Oggi tutto è cambiato, la società e soprattutto la famiglia».

Il vescovo ha ricordato che sono tanti i catechisti per i ragazzi, ma il numero di quelli per gli adulti è assai inferiore. «Con le sue domande, oggi il mondo provoca anche la catechesi, che deve essere un impasto tra fede e vita. La dottrina rimane immutata, è cambiato il contesto. Servono nuove modalità per testimoniare il Vangelo. Modalità che dicano all'uomo del nostro tempo che il Vangelo è decisivo e significativo per la vita. Catechesi non è un insieme di riflessioni, di dottrine o di organizzazione, ma è testimoniare che la fede è l'incontro vivo e decisivo con il Cristo vivente. La condizione fondamentale della catechesi è infatti l'incontro di Cristo con la libertà dell'uomo».

Il vescovo ha sottolineato che la riflessione sulla catechesi si protrarrà per tre anni pastorali, invitando poi a guardare la realtà totalmente mutata della famiglia. «Chiediamoci: perché tanti giovani battezzati e cresciuti nei nostri oratori non percepiscono più la bellezza dell'amore coniugale». Al riguardo monsignor Beschi ha invitato a puntare sugli incontri in occasione della nascita dei figli, dei Sacramenti dei figli e anche dei lutti. «Sono momenti molto forti, che spesso avvicinano alla Chiesa e alla fede i genitori e hanno bisogno di un secondo annuncio della fede».

Il vescovo ha anche ricordato l'avvio del settimanale diocesano online «Santalessandro». «Non conterrà solo articoli, ma darà una lettura della vita ecclesiale, di fatti e opinioni. Tutti potranno interloquire in una specie di grande piazza». Al termine preghiera e mandato agli operatori pastorali.

Carmelo Epis

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