Brebemi, qui Casirate d'Adda:
«La casa di una vita da buttare»

Fabrizio Nembri vive con moglie e figlio alla Cascina Pompa, in località Moie a Casirate d'Adda, poco oltre il confine con Treviglio, in prossimità del sottopasso ferroviario che darà l'accesso al futuro casello di Treviglio ovest-Casirate, lungo la Brebemi.

Fabrizio Nembri vive con moglie e figlio alla Cascina Pompa, in località Moie a Casirate d'Adda, poco oltre il confine con Treviglio, in prossimità del sottopasso ferroviario che darà l'accesso al futuro casello di Treviglio ovest-Casirate d'Adda, lungo la Brebemi. Di qui passerà la bretella di collegamento con la ex statale 11 che gli porterà via l'ingresso del giardino e circa 3.000 metri quadrati di terra.

Nembri dovrà spostare l'ingresso su un altro lato del giardino. Inoltre, quando aprirà le finestre, non vedrà più la risorgiva abitata da aironi, anatre, pesci che poteva ammirare prima. Si dovrà invece sorbire una strada ad alto scorrimento. Nel 1998 era arrivato nei pressi di via Brolo investendo i risparmi di una vita per rimettere in sesto la vecchia cascina Pompa.

Con l'arrivo della bretella potrà dire addio alla tranquillità della zona, disturbata solo dalla linea storica Milano-Venezia; ma di quello ne era al corrente al momento dell'acquisto. Di vedere una strada di quelle dimensioni davanti a casa proprio non ne vuole sapere. Come extrema ratio ha deciso di andarsene, ma per farlo è dal 2007 che chiede a Brebemi un esproprio totale di tutta la sua proprietà così che possa comprarsi una casa da un'altra parte. Ma a oggi non ha ottenuto ancora nulla.

La sua vicenda inizia nel 2005, quando si accorse che, oltre la ferrovia qualcosa iniziava a muoversi. Andò a chiedere informazioni ma non ottenne risposte significative. Dopo varie richieste si fece avanti Rete ferroviaria italiana dicendo che il sottopasso vicino alla sua casa era previsto da un accordo di programma con la Regione, la Provincia e i Comuni interessati dalle opere, risalente al 1995.

Tale opera - costata 2,5 milioni di euro - rispetto a quanto indicato dalla Provincia all'ente gestore della ferrovia, risulta «spostato» di una trentina di metri, così come attestato da documenti forniti dalla Provincia stessa. Quindi, nel progetto originale la bretella non avrebbe creato alcun problema alla casa di Nembri essendo a debita distanza. Inizialmente venne rassicurato: gli fu detto che avrebbero trovato una soluzione ma ciò non è avvenuto.

Sono ormai sette anni che lotta per evitare che Brebemi gli porti via mezza casa. È una battaglia che gli sta costando soldi e tempo. Ha fatto più ricorsi al Tribunale amministrativo di Brescia, ma a oggi non ha ricevuto nessun risultato positivo. Ha anche chiesto a Brebemi l'installazione di barriere antirumore ma la stessa, avendo fatto la relazione di impatto acustico sulle carte del primo progetto, e cioè quello col sottopasso distante 30 metri da casa sua, dichiara che non ne attesta la necessità perché il rumore non sarebbe impattante sulla casa.

«Ho contattato un mio perito di fiducia - afferma Nembri - il quale ha dimostrato che, secondo delle stime, i rumori che dovremo subire io e la mia famiglia sarebbero ben più alti dei limiti fissati dalla legge». Cosa chiede quindi Nembri? «Pretendo che mi sia dato quanto mi spetta di diritto, nulla di più, non voglio speculare. Brebemi deve ammettere di aver fatto pesanti errori sui due progetti ed espropriare tutti i miei terreni così che possa cambiare casa. Qualora non riuscissi a ottenere giustizia in Italia, sono determinato a percorrere tutte le strade possibili, fino a ricorrere alla Corte Europea».

Ro. Co.

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