Cantieri del Cai sulle Orobie
Sistemati ponti e sentieri

Tre ponti spazzati via dalle valanghe, numerosi tratti di sentieri danneggiati dalle masse di neve cadute dall’alto o sprofondati sotto il loro peso. È stata un’estate molto impegnativa per la commissione sentieri del Cai che, presieduta da Giandomenico Frosio, ha controllato decine di percorsi, compiuto ispezioni, raccolto informazioni di alpinisti ed escursionisti per programmare poi le opere di ripristino.

Sono oltre 400 i sentieri che coprono come una rete il territorio delle Orobie. Messi uno dopo l’altro fanno oltre duemila chilometri. Qualcosa come da Bergamo fino in fondo al tacco d’Italia e ritorno. Un patrimonio enorme, che il Cai bergamasco ha censito e di cui si prende cura, per metà nel settore alpino delle nostre montagne, il resto compreso tra la fascia prealpina e quella collinare.

La loro manutenzione è uno degli impegni maggiori ai quali la sezione di Bergamo deve far fronte sul territorio. Dopo averli censiti, la commissione sentieri li tiene sotto controllo e programma gli interventi con un’attenzione che si può dire secolare. L’evento è poco noto e finora è sfuggito all’attenzione. Nel 1875, solo due anni dopo la nascita della sezione, i soci del Cai studiarono un sentiero che saliva al Corno stella, sul versante di Foppolo, passando per il lago Moro. L’incarico venne affidato ai fratelli Berera, gestori di un’osteria nella futura stazione sciistica. Per finanziare l’opera venne indetta una sottoscrizione tra gli iscritti e furono raccolte 182 lire. I Berera fecero un ottimo lavoro spendendo poco più di cento lire e l’anno dopo il sentiero era ormai pronto. La somma avanzata fu utilizzata per sistemazioni lungo il percorso e per altre opere di interesse alpino. Alla segnaletica e alla manutenzione dei sentieri il Club alpino provvede ricorrendo al lavoro dei suoi soci, cui si aggiungono i volontari di varie altre associazioni, primi tra tutti gli alpini, che mettono nel programma delle loro attività annuali le «giornate dei sentieri». Sono da aggiungere gli interventi sostenuti dagli enti locali, comuni e comunità montane. Ed è anche sceso in campo il Parco delle Orobie che ha finanziato il Cai per sistemazioni lungo il Sentiero delle Orobie, portate a termine tra il 2008 e il 2009.

La gran quantità di neve che si era andata accumulando con le intensissime precipitazioni invernali e primaverili ha consentito di avviare le manutenzioni e di effettuare lavori di ricostruzione solo nel cuore dell’estate. Nonostante ciò, si è proceduto molto speditamente e, grazie al finanziamento del Parco delle Orobie, l’impresa Bonaccorsi di Valbondione, coadiuvata dai volontari del Cai, ha messo in opera tre ponti in legno. Il primo è stato realizzato sul torrente Bondione lungo il sentiero delle Orobie Orientali nel tratto tra il rifugio Curò e il passo della Manina (sentiero numero 304). Ha una luce di otto metri ed è stato collocato un po’ più a valle, in posizione più protetta: per l’occasione sono stati realizzati anche nuovi raccordi con il sentiero ed è stata anche migliorata la percorribilità nel tratto compreso tra il rifugio Curò e il passo delle Miniere. Un altro ponte consente ora di attraversare agevolmente il torrente Aser a chi percorre il sentiero numero 227 tra Fiumenero e il rifugio Brunone. Il terzo scavalca invece il torrente Cerviera lungo il Sentiero naturalistico Curò, contrassegnato dal numero 321. Sulle stesso percorso volontari del Cai, con l’aiuto di guide alpine, hanno posato due tratti di catena, per un totale di 80 metri; sono stati anche ricostruiti tratti franati tra il rifugio Tagliaferri e il passo del Vivione.

Nei prossimi giorni partiranno i lavori di un nuovo ponte lungo il sentiero numero 301 che sale al rifugio Coca. L’opera, finanziata dalla Regione Lombardia e dal Comune di Valbondione su progetto della sezione Cai di Bergamo (ingegner Enrico Villa), faciliterà la salita al Curò evitando un tratto poco agevole. Martedì prossimo Giandomenico Frosio effettuerà un sopralluogo con l’ingegner Villa e l’impresa Edival costruzioni di Valbondione per dare inizio al cantiere. «Il ponte sarà pronto entro l’anno - spiega Frosio -, mentre con i volontari la prossima primavera verrà ripristinato un tratto di sentiero lungo circa 300 metri». «Con il Cai - sottolinea il presidente del Parco delle Orobie - non abbiamo in corso solo la sistemazione dei sentieri. È in corso il finanziamenti di due progetti riguardanti la flora delle Orobie. Un primo progetto prevede la realizzazione di due aree di sosta attrezzate con tavolini e piccoli giardini botanico-geologici di tipo didattico. Inoltre, nell’ambito del progetto Orchis saranno allestiti, nei pressi di 15 rifugi del Cai, di aree o orti botanici dedicati alle orchidee delle Orobie. Sempre con lo scopo di far conoscere ad alpinisti ed escursionisti quanto sia importante e preziosa la flora delle nostre montagne».

Anche per queste opere il Cai ricorrerà ai volontari. «Ne abbiamo bisogno - dice il presidente del Cai Paolo Valoti - e sono preziosissimo. Anzi, il Cai lancia un appello per trovare altri collaboratori. L’impegno non riguarda solo la manutenzione dei sentieri, ma anche davanti al computer. Con l’attivazione nel 2007 dell’area dedicata alla sentieristica digitale nell’ambito del sito web del Cai Bergamo, si è impegnati quotidianamente nel vagliare le fotografie che ci vengono inviate da alpinisti ed escursionisti, inviare le tracce per Gps, valutare le segnalazioni relative alla percorribilità del sentieri e sul loro stato». «Abbiamo proprio bisogno di volontari che dedichino un po’ del loro tempo davanti al computer - conclude Valoti -. E non è nemmeno necessaria una preparazione particolare. Occorre un po’ di passione: per i sentieri e per le Orobie».
 Pino Capellini

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