Aeroporti: Veneto con il cerino in mano
Brescia ha uno scalo che non può gestire

Quanto manca al 30 settembre? Da Brescia in là il calendario si sta facendo bollente. Entro fine mese scade il termine indicato nella lettera d’intenti siglata nel giugno scorso tra la veneziana Save, la veronese Catullo e la bresciana Abem, per dare vita ad una partnership in grado di gestire lo scalo di Montichiari.

Solo che nel frattempo il Consiglio di Stato da un lato ha sostanzialmente confermato il giudizio di primo grado espresso dal Tar di Brescia l’anno scorso, secondo il quale la concessione per gestire l’aeroporto bresciano era stata assegnata a Verona in modo non regolare, nello specifico senza gara, e in più ha spostato la patata bollente sul piatto dell’Unione europea. Dove l’orientamento a favore della gara è da sempre prevalente.

C’è chi dice che per un pronunciamento europeo serviranno almeno 18 mesi, ma anche chi teorizza che per primavera 2016 la questione potrebbe essere chiusa: comunque la si voglia vedere, se in Veneto c’è chi ha (più che) l’impressione di essere rimasto con il cerino in mano, a Brescia sono invece ripiombati nella situazione di sempre, avere uno scalo ma non poterlo gestire. Anche perché nessuno appare talmente folle da fare investimenti in una situazione di incertezza del genere, che potrebbe comunque protrarsi per un tempo indefinito, considerata l’atavica tendenza italica alla battaglia giudiziaria modello fiction Tv. Di quelle a repliche infinite.

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