Alghe e insetti: il cibo del futuro cambia
Primo sì dell’Ue. Li mangeresti? Vota

Alghe, insetti, semi di chia, proteine di colza, flavonoidi derivati dalla Glycyrrhiza glabra, nuovi coloranti, alimenti prodotti in laboratorio con nanomateriali: il futuro del cibo cambia e l’Unione europea si adegua. E tu mangeresti insetti a tavola? Vota il nostro sondaggio online.

Diciotto anni dopo aver varato, nel 1997, il regolamento per l’autorizzazione per i «nuovi cibi», l’Unione europea ha compiuto mercoledì 28 ottobre il primo passo per aggiornare la procedura, centralizzandola.

I cosiddetti «novel foods» potranno finire sulle tavole degli europei, se avranno il via libera dell’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare. Ma è polemica, con i Verdi che accusano il Parlamento europeo «di non essere stato all’altezza delle preoccupazioni degli europei» per la sicurezza alimentare.

Con Matteo Salvini che ne trae spunto per scrivere su Facebook che «se questo è il futuro folle che ci prepara l’Europa, andiamocene!!!». Ed aggiunge «ma andate a farvi fottere! Io voglio mangiare (e proteggere) latte, riso, carne, pasta, olio, mele e arance!» Mentre per il Movimento 5 Stelle «prevalgono le gli interessi commerciali» sulla sicurezza.

Intanto - appena due giorni dopo che l’Oms ha inserito carne rossa e insaccati nella lista delle sostanze più cancerogene - Coldiretti segnala che solo l’8% degli italiani assaggerebbe gli insetti, mentre il 7% si farebbe tentare dai ragni fritti ma il 19% non esiterebbe a mettere nel piatto la carne di coccodrillo.

Al centro della questione, il voto della plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo. Che ha approvato in prima lettura, con 359 sì, 202 no e 127 astenuti, l’accordo con il Consiglio - l’istituzioni che rappresenta i governi - sulla nuova procedura di autorizzazione per i «nuovi cibi». Secondo il Commissario europeo per la salute, Vytenis Andriukaitis, con l’aggiornamento della procedura «si facilita l’innovazione senza pregiudicare la sicurezza».

Ma gli esponenti ecologisti francesi, la vicepresidente del gruppo Michele Ravasi e José Bové, lamentano che nell’accordo con il Consiglio non è passato il diritto di veto che il Parlamento voleva avere come ultima parola sulle autorizzazioni concesse dall’Efsa. A preoccupare, in realtà non sono tanto gli insetti o le alghe, che sono cibi tradizionali fuori dall’Unione europea e che sono già autorizzati in Belgio, Olanda, Danimarca e Gran Bretagna, quanto i cibi che nasceranno in laboratorio e a base di nanomateriali. E sui quali grava la necessità di tutelare la segretezza dei brevetti. Che pone, secondo l’opposizione, limiti alla sicurezza.

L’accordo comunque garantisce che la Commissione renderà pubblica ogni richieste di autorizzazione e il loro esito, comprese le bocciature. E come compromesso tra diritti commerciali e sicurezza, garantirà 5 anni si riservatezza sulle procedure di fabbricazione degli alimenti. La nuova legislazione, leggermente modificata dopo una battaglia sugli emendamenti presentati da socialisti, verdi, sinistra unitaria e euroscettici dello Efdd (il gruppo con Ukip e M5S), ora tornerà sul tavolo del Consiglio.

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