Asl accorpata, «Bolognini» addio
Rizzi ridisegna la sanità lombarda

Fa discutere il progetto di legge che il presidente della Commissione Regionale Sanità, Fabio Rizzi , ha presentato nei giorni scorsi, e che prevede, tra l'altro, l'accorpamento dell'Asl di Bergamo con quella di Brescia, e la scomparsa dell'azienda ospedaliera Bolognini di Seriate.

Fa discutere il progetto di legge che il presidente della Commissione Regionale Sanità, Fabio Rizzi (Lega Nord), ha presentato nei giorni scorsi, e che prevede - tra le altre cose - riduzioni e accorpamenti di Asl e ospedali. Tra gli accorpamenti, anche quello dell'Asl di Bergamo con quella di Brescia e sede in quest'ultima città, e la scomparsa dell'azienda ospedaliera Bolognini di Seriate.

«Non è chiaro - commenta Orazio Amboni, del Dipartimento del Welfare della Cgil - se il documento di Rizzi sia o meno a nome di tutta la maggioranza e se d'intesa con l'assessorato alla Famiglia. Si tratta di un documento complesso, che tocca molti aspetti, dalla riduzione e accorpamento delle Asl e degli ospedali, al “contratto di lavoro lombardo” per gli operatori della sanità, alla “macroregione del Nord”, alla rete dei servizi territoriali».

«Ad una prima rapida lettura ci pare che gli aspetti più importanti non siano tanto il ridisegno delle aziende (Asl e ospedali) su cui inevitabilmente si concentra l'attenzione giornalistica (l'Asl di Bergamo viene accorpata con Brescia; scompare – incredibilmente - l'azienda ospedaliera di Seriate, divisa tra Bergamo e Treviglio nonostante i risultati che l'avevano anche di recente portata all'attenzione nazionale… rinviamo agli articoli 4 e 5 del testo allegato), ma più importante sia il progetto di un ampliamento della rete d'offerta puntando ad accreditare e contrattualizzare l'esistente, cresciuto in questi anni nonostante i blocchi dell'accreditamento. Fanno scuola i casi di Pontida e, ultima novità, Ponteranica dove sorgono, d'intesa con Amministrazioni leghiste, poli con RSA, riabilitazione, specialistica ambulatoriale, chirurgia di livello non complesso, servizi domiciliari ecc…: città, o “cittadella” come la vogliono chiamare a Ponteranica, “della salute”».

«Sorgono, questi poli - prosegue Amboni - , nonostante gli obiettivi nazionali e regionali di diminuire l'offerta e ridurre i posti letto; sorgono per iniziativa di grossi gruppi affaristici che hanno individuato nella sanità un terreno per i loro profitti. In un momento difficile, con meno risorse, non pare proprio che quella di aumentare l'offerta sia la strada migliore per dare risposta ai bisogni; la strada è invece quella di concentrare l'offerta, specie quella complessa, evitare i doppioni, produrre solo quelle prestazioni che davvero servono e solo nella misura in cui servono. Si è già visto in passato cosa ha comportato l'ampliamento dell'offerta: la Regione è poi dovuta intervenire con i “tetti” di spesa, i tagli, la riduzione secca del personale, nella sanità pubblica ma anche in quella privata».

«Per il resto - conclude Amboni - il testo è molto generico e afferma principi generali; qualche volta, però, scende nei particolari: addirittura si fissano le tariffe da pagare (prima dell'accesso alla prestazione) per i codici bianchi e verdi al pronto soccorso, ad eccezione dei “cittadini residenti” – un'evidente stangata sugli immigrati senza permesso di soggiorno e privi del medico di base, che non hanno altra alternativa che ricorrere al pronto soccorso. Rinviamo comunque ai prossimi giorni un esame più approfondito del testo e delle conseguenze che potrà avere sul nostro territorio se davvero andranno in porto i suoi contenuti».

Il testo della proposta di Rizzi

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