Bossetti e il primo incontro coi genitori
Alla terza udienza si studiano gli sguardi

L’udienza fiume del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio è stata anche il momento del primo incontro fra l’accusato e la famiglia.

Nell’aula di tribunale dove si svolge il processo a Massimo Bossetti, presunto killer di Yara, i oltre alle parole contavano gli incroci degli sguardi: quello mite di mamma Maura, quello sofferto e bagnato dalle lacrime di papà Fulvio, quello imperturbabile, al limite dell’enigmatico, del muratore di Mapello.

E tutt’attorno la selva di occhi del pubblico, quasi a scavare negli stati d’animo, a scardinare le emozioni dei testimoni. Un’udienza non priva di pathos e tensioni, con l’ingresso di Bossetti ancora una volta accompagnato dalla curiosità di conoscerne look, atteggiamenti e smorfie.

Camicia bianca a mezza manica e jeans, l’imputato si è fermato pochi minuti nella gabbia di vetro, tamburellando le dita sul tavolo, voltandosi verso il pubblico. Fra costoro la sorella gemella, Laura Letizia, che ha risposto al saluto del fratello Massimo sussurrandogli «Ti voglio bene».

Poco dopo Bossetti è stato fatto sedere accanto ai suoi legali, Salvagni e Camporini, che aveva già avvertito di non temere di incrociare in aula lo sguardo dei genitori della tredicenne «perché non ho fatto niente», «perché sono innocente».

Poi è iniziato il dibattimento.

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