«Camicie verdi, processo motivato
Ma la giustizia così è troppo lenta»

«Non c’è il minimo dubbio. Una giustizia così lenta non è più giustizia». Lo dice Guido Papalia che da procuratore capo di Verona avviò 18 anni fa il procedimento contro la Guardia nazionale padana, le cosiddette Camicie verdi.

Solo sabato la procura di Bergamo, oggi competente, ha chiesto il rinvio a giudizio per 34 militanti, dopo che lo scorso giugno i giudici di Verona avevano accolto l’eccezione di competenza territoriale presentata dai difensori. I termini di prescrizione erano stati più volte sospesi in attesa delle decisioni della Consulta sui big del partito, non processabili in quanto parlamentari.

Papalia, che è in pensione da un anno, quel procedimento lo avvierebbe comunque: «Sul fatto che fosse motivato, dubbi non ce n’erano da parte di nessuna delle Procure. E io, di dubbi, continuo a non averne: la costituzione di associazione militare, sulla base della legge del 1948, c’è in pieno. Certamente - aggiunge - non esistono più le camicie verdi di allora. Però, le persone sono coinvolte per quei fatti di allora, sulla base di una legge vigente».

«I processi - sottolinea - non possono durare tanto, ce lo diciamo tutti. E non dovrebbero esistere meccanismi tanto dilatori», anche se in questo caso si parla non di «cavilli» ma di «eccezioni di costituzionalità. Quando si tratterà di decidere - secondo il magistrato - si terrà conto della situazione attuale».

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