Casa a Bergamo, tanti lotti invenduti
Intanto piangono le casse del Comune

Un terreno a Bergamo per costruire casa? L’offerta c’è, ma manca la domanda. Sono tante le aree, liberate da anni dal piano di governo del territorio, per volumetrie piccole e in zone di pregio.

Ma sono rimaste lì, ferme, senza che nessuno approfitti di una possibilità che fino a molto tempo fa era quasi impensabile.

«Il sogno del cittadino bergamasco – spiega Gianfederico Belotti, direttore dell’osservatorio immobiliare bergamasco Valore Casa – è sempre stato di abitare da solo per molte ragioni, non solo per una questione di status, ma anche per non avere a che fare con i vicini, con il condominio e le relative spese. Preferibilmente in un’area urbana e se non si trattava di una villa singola, semmai ripiegava in un attico».

In passato era una ricerca spasmodica – e molto spesso vana – di terreni che si prestassero a questa edificazione, soprattutto nel capoluogo. Ora, invece che c’è l’offerta non c’è la domanda, o forse il coraggio di lanciarsi in un’impresa del genere visto il periodo economico incerto.

E intanto in dieci anni gli oneri di urbanizzazione a Bergamo sono scesi in picchiata. Una caduta libera stimabile in circa il 90% in meno, perché dai 17 milioni di euro incassati dal Comune di Bergamo nel 2006, si è passati a poco meno di 2 milioni, cifra a cui si punta nel bilancio 2015, ma non ancora raggiunta.

È la crisi del settore edile espressa dai numeri, un dato che in sé racchiude le centinaia di aziende chiuse negli ultimi anni e i posti di lavoro persi. E di conseguenza, la perdita di quel gettito (derivante appunto dalle ristrutturazioni e dalle nuove costruzioni) che non entra più nelle casse comunali e che non può essere utilizzato per coprire parte delle spese e degli investimenti dell’ente Comune.

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