Come rilanciare il centro?
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L’assetto piacentiniano appare ormai superato, e si apre il confronto sui possibili assetti di spazi centrali ma in evidente crisi.

Il dibattito sul futuro del centro comincia ad animarsi. Sul sito internet di «Bg Public Space», il progetto cofinanziato dal Comune di Bergamo e dall’Università è possibile mandare i propri contributi in vista del concorso internazionale di riqualificazione che dovrebbe essere bandito a breve. Nel frattempo, in molti hanno detto la loro sulle possibilità di rilancio di questa porzione strategica della città: gli ultimi contributi sono stati quelli di Vittorio Sgarbi, Trento Longaretti e Ferrario Freres.

La cosa che sta emergendo con una certa chiarezza è la necessità di un intervento su più piani, capace cioè di coniugare contenitori e contenuti, possibilmente nuovi. Il centro piacentiniano è fatto di spazi ben definiti dal punto di vista urbanistico, chiamati ora però ad essere ripensati nelle loro funzioni.

Una necessità, certo, ma anche una sfida, sollecitata da alcune trasformazioni che sono sempre più evidenti: in primis quella del tessuto commerciale, che vede il progressivo spostamento dell’attenzione in direzione dei centri commerciali , l’avanzata dei monomarca e la chiusura dei negozi tradizionali, per non dire storici.

Tendenze che molti Paesi europei hanno affrontato da tempo, come ben si evidenzia percorrendo qualsiasi strada dello shopping di una città tedesca o inglese (meno per quello spagnole e francesi, in verità), ma che per Bergamo rappresentano una sfida completamente nuova e che passa da una nuova visione del centro.

A più livelli, che passi dal recupero di spazi abbandonati come l’ex Diurno, per esempio, da una pedonalizzazione laddove necessaria e possibile, ma anche da una diversa gestione (e perché no, potenziamento) dei parcheggi, dalla valorizzazione del Teatro Donizetti, da piazze più vissute. Tanti ingredienti per una ricetta tutta da scrivere, insomma.

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