Continua la guerra dei cieli
Ricorso Sea contro Venezia

La guerra continua. Anzi, se possibile sale pure d’intensità, dopo che la milanese Sea ha presentato ricorso sull’operazione che ha permesso alla veneziana Save prima di entrare nella veronese Catullo e dopo di iniziarne la scalata e arrivare (per ora) a quota 35%.

Una mossa, quella della società milanese che, oltre a gestire gli scali di Linate e Malpensa, detiene il 30,98% di Orio cheil lato veneto dei cieli pare avere preso non male, ma malissimo. E anche dalle parti di Sacbo, società che gestisce l’aeroporto di Orio, non è che la cosa abbia fatto granché piacere, considerato i pour parler in atto con Venezia per la gestione comune dello scalo bresciano di Montichiari, la cui concessione è in mano a Verona.

Per Sacbo sarebbe il coronamento di quella famosa «crescita per linee esterne» inseguita da anni: non fermare cioè il mercato, ma gestirlo altrove. Un disegno dove Sea ha probabilmente visto il pericolo di un progressivo spostamento del baricentro verso Est, con forti rischi in primis per il traffico merci. Con quella Dhl che già in parte opera sul Cargo center di Malpensa, ma che durante i lavori di rifacimento della pista di Orio ha preferito spostare importanti quantità di merce anche a Montichiari. Trovandosi benissimo, tra l’altro.

Il problema a questo punto diventa «politico»: Sea ha scelto le vie legali, a differenza di Sacbo che siede invece al tavolo delle trattative. Legittimo, se non fosse che i milanesi sono al 30,98% dentro Sacbo, ed è una presenza pesante. Che rischia di diventare quasi incompatibile se non interverrà un chiarimento di quelli decisivi. Anche perché questa guerra dei cieli potrebbe non piacere né al ministero né tanto meno ad Enac: e sarebbe un problema in più.

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