Il giudice: «Pestato dal sorvegliante»
Anche il Coin ne risponderà in solido

Era finito in coma per le botte rimediate da un addetto all'antitaccheggio che aveva smascherato il furto. Ieri anche il grande magazzino in cui lavorava l'imputato è stato condannato a rispondere del comportamento violento.

Era finito in coma per le botte rimediate da un addetto all'antitaccheggio che aveva smascherato il furto. Ieri anche il grande magazzino in cui lavorava l'imputato è stato condannato a rispondere del comportamento violento. Il giudice Massimiliano Magliacani ha stabilito che agli 11 mila euro di risarcimento provvisionale che spettano al nordafricano pestato dovranno provvedere - in solido con l'imputato - il Coin e la Svevia, l'agenzia che forniva il servizio di vigilanza.

Il fatto risale al 13 gennaio del 2011. K. E., marocchino trentenne, clandestino e con un precedente per droga, esce dal Coin di via Zambonate con un paio di jeans indossati sotto i propri pantaloni. Il nordafricano viene segnalato dal servizio antitaccheggio a A. A. S., 44 anni, senegalese residente a Colzate, di posta davanti all'ingresso, che lo invita a fermarsi.

Quello scappa e il senegalese lo rincorre. Il ladro fa in tempo ad attraversare la strada: viene bloccato davanti all'edicola. E qui le versioni divergono. Secondo la difesa sarebbe inciampato; per l'accusa sarebbe stato invece pestato.

In ospedale K. E. resterà in coma per una ventina di giorni e verrà dimesso solo l'8 marzo. Il processo per furto aggravato lo vedrà condannato e successivamente verrà espulso. Ma il pm Rota nel frattempo ottiene il processo per lesioni volontarie aggravate contro A. A. S. E il giudice ha accolto le richieste dell'accusa.

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