Il ministro Padoan sulle orme di Renzi:
taglieremo anche le tasse alle imprese

Tasse e ancora tasse. Niente paura, stavolta si taglia. Parola giurata di Matteo Renzi e ieri il bollo «pesante» del suo ministro Pier Carlo Padoan. Ma non si parla solo ad esempio di eliminazione della Tasi, secondo il titolare del Tesoro, si può andare oltre ancora.

«Stiamo pensando - ha ammesso davanti alla platea del Forum The European House Ambrosetti di Cernobbio che si è chiuso ieri - di arrivare a un ulteriore abbattimento della tassazione per aiutare le imprese a essere più competitive».

Però le tasse saranno ridotte secondo il timig indicato dal primo ministro: «I tagli sulle tasse sono una colonna della strategia del governo, cominciata nel 2014 con gli 80 euro e continuerà fino al 2018. I tagli alle tasse avverranno in un contesto di copertura stabile nel tempo. Solo così saranno credibili e la gente sa che non saranno rimangiati».

Sul come e sui margini che l’Italia avrà però il ministro ha preferito rimandare alla legge di stabilità e anche sulla possibilità di agire sul versante della clausola di flessibilità, Padoan ha confermato la sua linea di prudenza: «Abbiamo parlato con il commissario Moscovici che ha chiesto come vogliano usare questa clausola e la nostra risposta è che lo faremo entro i margini sfruttandone il più possibile l’efficienza».

Flessibilità europea o meno, tuttavia il ministro è convinto che l’Italia sia sulla strada giusta per riprendersi quella maglia rosa nel gruppo delle Nazioni che ha evocato Renzi: «Dateci tempo - ha ribadito ai manager, imprenditori, banchieri ed economisti a Villa d’Este -. Se le cose andranno avanti così fra un anno qualcuno ne raccoglierà i benefici. Il risanamento della finanza pubblica va fatto con gradualità, altrimenti non possiamo considerarlo permanente in una realtà economica in cui la crescita è ancora bassa».

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