Il suo caso commosse i bergamaschi
Yousef morì per un parto prematuro

Il suo caso aveva commosso e scatenato una gara di solidarietà tra i bergamaschi. Yousef era il bimbo nato prematuramente a 24 settimane, sopravvissuto solo 15 ore e «parcheggiato» per quasi un mese nella camera mortuaria del «Papa Giovanni» perché la madre non aveva i soldi per il funerale.

La vicenda si era chiusa in maniera dignitosa grazie alla generosità dei lettori de L’Eco di Bergamo, capaci di arrivare là dove era mancata la sensibilità degli enti pubblici. Ora potrebbe chiudersi anche la questione giudiziaria. C’è qualcuno responsabile per la morte di un bimbo venuto al mondo dopo che la mamma Maryan, reduce da un lieve incidente stradale e che fin lì non aveva accusato problemi di salute, s’era rivolta all’ospedale di Calcinate da cui era stata dimessa poche ore più tardi? Per il pm Maria Cristina Rota no.

Il magistrato ha chiesto l’archiviazione per i 31 indagati di omicidio colposo: la giovane bresciana che aveva causato lo scontro; 6 medici (tra cui il primario di Ostetricia, un anestesista e un neonatologo), 10 infermieri, una capo ostetrica e due sue sottoposte dell’ospedale di Calcinate; 5 medici e 6 infermieri del «Papa Giovanni» dove il piccolo era stato trasferito d’urgenza. Il pubblico ministero, nella sua istanza al gip, scrive che «il neonato è deceduto per morte naturale, dovuta a una sua prematurità estrema condizionante una grave insufficienza respiratoria».

L’episodio era accaduto il 6 novembre scorso a Cologne, nel Bresciano, dove vive la donna, una trentenne marocchina.

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