La crisi abbassa le serrande
In Bergamasca chiudono in 800

Le serrande si abbassano e si alzano, in un continuo turn over. Anche quelle dei negozi storici. Gli ultimi a desistere, sono la «Drogheria» di via Locatelli e il «Colorificio Lecler» di via Quarenghi.

Negozi che non avevano bisogno di un’insegna, perché erano rimasti gli unici nella zona a rappresentare la categoria merceologica. La drogheria e il colorificio sono solo due degli 800 negozi che nel 2014 (dato aggiornato a settembre) chiuderanno i battenti in provincia di Bergamo. E che contribuiranno a rafforzare una nuova tendenza segnalata, non senza preoccupazioni, da Ascom Bergamo: la chiusura, accanto alle start up - dove il rischio è preventivato - delle insegne più longeve.

Le ottocento chiusure registrate dall’associazione di categoria (su base dei dati della Camera di Commercio Bergamo) sono destinate a crescere, perché mancano i dati di ottobre, a cui si aggiungeranno quelli dei prossimi due mesi. «Nel 2013 le cessate attività erano 1.175, ad oggi siamo a 800 – spiega Oscar Fusini, vicedirettore Ascom -. Alla fine dell’anno si concentrano i numeri sulle chiusure e probabilmente verranno abbondantemente superate rispetto al 2013. Il dato nuovo è che nel 42,3% dei casi hanno chiuso aziende che erano sul mercato da più di dieci anni, mentre fino a qualche anno fa chiudevano perlopiù le nuove attività».

Sul totale delle chiusure (1.975 tra 2013 e 2014), 836 sono imprese iscritte alla Camera di commercio da prima del 2002, 353 tra il 2003 e il 2008, 571 tra il 2009 e il 2012 e 215 risultano iscritte negli ultimi due anni. Il valzer delle chiusure e aperture si concentra in alcuni settori, uno fra tutti i bar, con 141 attività (13,5%) chiuse in provincia nel 2014. Seguono i servizi (126 attività chiuse, 18,5%), agenti di commercio (97), abbigliamento (74), ambulanti (50), ristoranti (49).

Leggi di più du L’Eco di Bergamo dell’1 novembre 2014

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