L’Italicum è legge: 334 sì alla Camera
L’opposizione non ha partecipato al voto

L’Aula della Camera ha definitivamente approvato il disegno di legge per la riforma elettorale con 334 sì e 61 no (4 gli astenuti). Il voto si è svolto a scrutinio segreto, su richiesta di FI, Lega e FdI e tutti i gruppi di opposizione, come preannunciato, non vi hanno partecipato, con l’eccezione di alcuni deputati rimasti nell’emiciclo per esprimere il proprio «no».

«Hanno cambiato persino l’Inno d’Italia, ma sull’Italicum non c’è stato niente da fare: la legge elettorale è stata tolta dalle mani del Parlamento in una fase cruciale. Avrebbe potuto essere migliorata, per il bene del Paese. La fiducia è stata un grave errore, il premier ha dimostrato di non fidarsi del suo partito e di chi lo rappresenta alla Camera. Una ferita si è aperta nel Pd, sta al segretario provare a rimarginarla». Così in una nota il deputato della minoranza dem Francesco Laforgia, che ha votato contro l’Italicum.

«Oggi non c’è nulla da festeggiare: non lo possiamo fare noi, che abbiamo preso una decisione sofferta, non lo può fare quella parte della maggioranza che ha votato le regole basilari della nostra democrazia in splendida solitudine. Il nostro appello non cambia - continua Laforgia -, occorre prevedere quei contrappesi di cui il sistema necessita, oggi più che mai dopo l’introduzione dell’Italicum. Così come penso che la responsabilità di tenere unito il partito spetti al segretario: si è prodotto uno strappo grave, spetta innanzitutto a lui ricucirlo».

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