Locatelli, interrogatori «fiume»
Già richiesta la scarcerazione

Mercoledì Orietta Rocca ha parlato per quasi tre ore filate di fronte al pubblico ministero Paolo Filippini e al procuratore aggiunto Alfredo Robledo, affiancata dal legale Marco De Cobelli. Rotondaro: «La tangente doveva coprire i costi del tesseramento del Pdl in Lombardia».

Se martedì pomeriggio Pierluca Locatelli era rimasto per ben 5 ore davanti ai pm milanesi, mercoledì mattina la moglie Orietta Rocca – che si trova agli arresti domiciliari – non è stata da meno: la donna, 41 anni,  ha parlato per quasi tre ore filate di fronte al pubblico ministero Paolo Filippini e al procuratore aggiunto Alfredo Robledo, affiancata dal suo legale, l'avvocato Marco De Cobelli.

Che cosa abbia detto resta, per il momento, un mistero: il contenuto dell'interrogatorio è infatti secretato, così come quello del giorno prima del marito. Vista la durata dei due interrogator è verosimile ipotizzare che la coppia abbia deciso di fornire ulteriori sviluppi per l'indagine in corso.

Sempre ieri mattina, il legale di Locatelli, l'avvocato Roberto Bruni, ha formalizzato ai giudici milanesi l'istanza di scarcerazione per il suo assistito. È pur vero, però, che sull'eventuale decisione di concedere gli arresti domiciliari a Locatelli (rinchiuso nel carcere di San Vittore a Milano) si dovranno esprimere sia i giudici del capoluogo lombardo sia i loro colleghi di Brescia.  A Milano, infatti, Locatelli deve rispondere dell'accusa di corruzione, mentre a Brescia è rimasto l'altro filone dell'inchiesta, quello che riguarda il presunto smaltimento illecito di rifiuti nel fondo della Brebem.

Per la moglie, invece, l'istanza di revoca dei domiciliari e rimessa in libertà era stata presentata lunedì e la risposta dovrebbe arrivare entro venerdì. E forse entro sabato si saprà anche se Locatelli trascorrerà il Natale in carcere o a casa.

Nel frattempo è trapelato il contenuto dell'interrogatorio reso da Giuseppe Rotondaro settimana scorsa davanti al gup di Milano, Elisabetta Mayer. Il funzionario dell'Arpa regionale avrebbe dichiarato al giudice che «la tangente doveva coprire i costi del tesseramento del Pdl in Lombardia».

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