Morte in culla, cause ignote
Ma ecco i consigli per evitarla

Morte in culla: solo nominarla, terrorizza. Ma parlare di Sids (Sudden infant death syndrome, morte improvvisa del lattante) è importante, sia per prevenirla, sia per sostenere i genitori dei bambini che ne sono stati colpiti.

Sabato 12 settembre, al Centro Congressi Giovanni XXIII, si è tenuto il convegno dedicato ai comportamenti preventivi per la riduzione del rischio Sids, organizzato dagli Istituti ospedalieri bergamaschi.

Partiamo dalla brutte notizie: «Non conoscendo la causa precisa della Sids non abbiamo una terapia - ricorda Angelo Colombo, coordinatore dell’area materno-infantile degli istituti ospedalieri bergamaschi -. Per Sids si intende proprio la morte improvvisa di un lattante, apparentemente sano, durante il primo anno di vita, che rimane inspiegabile anche dopo un’attenta analisi del caso». Le buone notizie: ci sono alcuni accorgimenti che possono ridurre il rischio di morte in culla di oltre il 50 per cento.

Alcuni consigli, come non fumare, evitare il fumo passivo, privilegiare l’allattamento al seno (senza colpevolizzare le madri che non allattano) sono intuibili. Altri sono meno scontati: «Il neonato non dovrebbe stare in ambienti troppo riscaldati, 19 gradi vanno benissimo né dovrebbe essere coperto troppo - prosegue il dottor Colombo -. È consigliabile un materasso rigido senza cuscino e, per evitare incidenti, non tenere oggetti nel lettino né fare dormire il bebè nel lettone, perché in caso di sonno molto profondo i genitori potrebbero schiacciarlo». Molto importante è la posizione: «Il bimbo deve dormire supino, a pancia in su, senza paura di eventuali rigurgiti. Anche l’uso del ciuccio è consigliato».

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