Novità sul Tfr anche a Bergamo
400 milioni in più in busta paga

Quattrocento milioni di euro in più all'anno in busta paga spalmati sui 370 mila lavoratori dipendenti bergamaschi. Potrebbe essere l'effetto della «liberalizzazione» della buonuscita nella nostra provincia.

Quattrocento milioni di euro in più all'anno in busta paga spalmati sui 370 mila lavoratori dipendenti bergamaschi. Potrebbe essere l'effetto della «liberalizzazione» della buonuscita nella nostra provincia, se va in porto la proposta paventata dal governo di «liberare» con lo stipendio il Tfr (Trattamento di fine lavoro). E se le «cicale» già brindano all'idea di avere più liquidità da spendere, le formiche mettono in guardia: «Così si rischia di rimanere in brache di tela in futuro e di mandare gambe all'aria il sistema di previdenza complementare».

Le somme (necessariamente approssimative) prova a tirarle la Cisl provinciale. Il calcolo si basa sull'unico elemento di riferimento generale, ovvero il numero di occupati dipendenti della Bergamasca nei diversi settori che rientrano nelle norme del Tfr. Al 2010 i lavoratori subordinati risultano 172 mila nel comparto industria e costruzioni, 4 mila nell'agricoltura e 194 mila nei servizi: totale 370 mila unità. «Da un calcolo molto approssimativo – prova a tracciare il fenomeno Ferdinando Piccinini, segretario generale del sindacato di via Carnovali – si può ritenere che l'accantonamento medio in un anno per lavoratore può essere di mille euro. Considerando quelli in più o in meno si può stimare che in Bergamasca il "tesoretto" del Tfr ammonti in tutto tra i 370 e i 400 milioni all'anno».

Difficile dire, poi, quanti finiscano ai fondi pensione complementari e quanti invece all'Inps (o in azienda), anche se pure in Bergamasca, in linea col trend nazionale, prevale la seconda via.

Per saperne di più e per conoscere la posizione dei sindacati leggi L'Eco di Bergamo del 19 agosto

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