Passaporto, maxi code in questura
«Una corsa a ostacoli» - Foto/Twitter

Il racconto di un lettore: «Tanta gente in coda e tensione, impossibile entrare. Tornerò lunedì, ma per averlo ci vorrà un mese». Ogni anno nei mesi estivi si registra il picco delle richieste di rilascio o rinnovo del passaporto e le code si allungano. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo in edicola il 10 luglio.

Dai social network arriva il racconto in «presa diretta» di un lettore, che giovedì 9 luglio ha raggiunto gli uffici di via Noli per chiedere il passaporto. «Questa è la coda fuori dalla questura», scrive Luca Berera tramite Twitter, inviando una fotografia in cui si vedono diverse persone in attesa davanti alla questura. Il lettore prima di recarsi in questura ha tentato di prenotare un appuntamento online, ma la prima data disponibile era il 3 settembre, non a Bergamo, ma al commissariato di Treviglio. Giovedì ha quindi deciso di recarsi di persona agli uffici di via Noli: trovato chiuso al mattino, si è ripresentato nel primo pomeriggio.

Tanta la gente in coda, non solo per il passaporto, ma anche per altre pratiche che sembrano procedere in modo più spedito: «Per il passaporto ci sono una ventina di persone – scrive Luca su Twitter – ma ne fanno solo 10» e aggiunge: «La situazione è tesa, la gente urla insulti».

«Preciso che non voglio in nessun modo addossare la colpa di questo disservizio ai dipendenti che devono far fronte quotidianamente a certe scene e sono costretti a metterci la faccia gestendo livelli di esasperazione», chiarisce Luca in un’email indirizzata alla redazione. «Lunedì – aggiunge – alle 7,30 (il consiglio è stato quello di arrivare molto prima rispetto all’apertura degli uffici) mi rimetterò in fila. Quanto ci vorrà per avere il passaporto? “Un mese”. E per fortuna che adesso è elettronico».

Ecco il testo integrale dell’email di Luca Berera.

«Avendone necessità, ieri sera (mercoledì) cerco sul sito della polizia moduli e documentazione necessaria per farne richiesta. È possibile prenotare un appuntamento tramite il sito passaportionline.poliziadistato.it/ . Faccio un tentativo, ma tutte le caselle sono rosse (non disponibile). La prima data disponibile secondo il sistema è il 3/09/2015 a Treviglio. Trovando incredibile un’attesa così lunga decido di recarmi personalmente presso la questura. Ho cercato sul sito (via smartphone) gli orari di apertura dell’ufficio senza tuttavia trovarli (mea culpa). Oggi (giovedì mattina) mi sono recato con tutto il necessario presso la questura. Arrivato, trovo il cancello sbarrato. Nei mesi di Luglio e Agosto il giovedì mattina sono chiusi. Aprono alle 13.30. Decido quindi di andare a pranzo e ritentare più tardi. Alle 13.30 arrivo in questura trovando parecchia gente in attesa fuori dal cancello»

«Il cancello è semi aperto e all’ingresso ci sono due dipendenti che strillano le categorie che possono varcare il cancello: Porto d’armi “entrate tutti”, Licenze commerciali “entrate tutti”, “richiesta di ospitalità “entrate tutti”, ritiro passaporto “entrate tutti”. “E richiesta Passaporto?” Risposta “Voi no. Siamo pieni. Entrano solo i primi dieci arrivati, gli altri se ne devono andare. Tornate Lunedì” Sì perché, venerdì sono aperti ma solo su appuntamento tramite sito, il mercoledì l’apertura è solo per Enti Locali, il lunedì e martedì sono aperti dalle 8.30 alle 12.00».

«La tensione tra la ventina di persone rimaste in attesa per la richiesta del passaporto sale e gli animi si scaldano perché, giustamente, in molti hanno preso permessi o peggio, mattina e in seguito pomeriggio, di ferie per venire a farsi la fila. Volano alcuni insulti da parte di un paio di persone in coda rivolti ai dipendenti pubblici e alla loro “poca voglia di lavorare” e all’ “orario estivo fatto dagli uffici”. Insulti a cui seguono risposte dai due dipendenti della questura i quali suggeriscono di scrivere ai quotidiani se non siamo contenti del modo in cui viene gestita la cosa».

«Non sentono ragioni. Dicono che già giovedì scorso nonostante l’orario prevedesse l’apertura dalle 13.30 alle 16.00 si sono fermati fino alle 17.30 e oggi non hanno intenzione di fermarsi fino alle 19 quindi fanno, cito testualmente, “la gentilezza di non farvi entrare e mandarvi via perché tanto alle 16.00 vi mandiamo fuori senza nulla”. E aggiungono che la colpa non è loro perché “con i nuovi cittadini le richieste sono cresciute troppo, e non riusciamo a starci dietro”. Dopo un’intensa discussione si giunge a un accordo: l’impiegato esce dal cancello e rilascia un post it ciascuno “a massimo 10 delle 20 persone rimaste” con un appunto e la sua firma: lunedì a partire dalle 8.30 a scaglioni di 10 minuti ognuno di noi “fortunati” muniti di post it potrà varcare quel cancello, precisando “con questo avete la certezza che non vi manderemo via, ed entro la chiusura dell’ufficio accetteremo la vostra domanda”. Preciso che non voglio in nessun modo addossare la colpa di questo disservizio ai dipendenti che devono far fronte quotidianamente a certe scene e sono costretti a metterci la faccia gestendo livelli di esasperazione. Lunedì alle 7.30 (il consiglio è stato quello di arrivare molto prima rispetto all’apertura degli uffici) mi rimetterò in fila. Quanto ci vorrà per avere il passaporto? “Un mese”. E per fortuna che adesso è elettronico».

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