«Più oneri e meno servizi a Bergamo»
Ribolla contesta il bilancio di previsione

«Siamo di fronte ad un bilancio di previsione piattissimo (come lo definisce anche un esponente della stessa maggioranza) che, oltre a non presentare nessun cambio di passo rispetto al passato (si pensi ad esempio alle modifiche relative alla Tasi, annunciate e non attuate), prevede un aumento degli oneri a carico dei cittadini ed una riduzione dei servizi». Così Alberto Ribolla, a capo del gruppo Lega Nord in Consiglio comunale, commenta il bilancio di previsione 2015 in approvazione in questi giorni a Palazzo Frizzoni.

Giovedì e venerdì è in programma infatti in Consiglio la discussione finale per la definitiva approvazione del bilancio di previsione che sarà il primo della giunta Gori.

«Spiace constatare che ancora una volta Gori e la sua Giunta abbiano disatteso quanto promesso in campagna elettorale, con una riduzione dell’apertura delle biblioteche cittadine di 20 ore settimanali, il taglio di un milione di euro alla spese per il personale di polizia locale, un cospicuo aumento delle multe (+50%, da 4,6 a 6,9 milioni) e l’introduzione di una tariffa per l’ingresso dei musei e per i lumini votivi dei cimiteri (per un totale che supera i 3,5 milioni di euro in più a carico dei cittadini)».

«Per non parlare – prosegue Ribolla - del piano delle opere pubbliche, per il quale vengono previsti solamente 20 milioni di euro: l’unica opera degna di nota è la sistemazione idraulica della circonvallazione di via delle Valli, per il resto, se verrà attuato, si tratta solo di manutenzioni».

«Ridotte all’osso anche le alienazioni immobiliari (togliendo peraltro uno dei pochi immobili vendibili, Cascina Ponchia) e mobiliari (con la rinuncia alla vendita delle azioni A2A), che sono necessarie per finanziare le opere pubbliche. Altro che operazione verità, questa è operazione nullità».

«A questo punto vale il proverbio che chi va con lo zoppo impara a zoppicare: Gori è abituato a disattendere le promesse fatte, proprio come Renzi che ha fatto pagare il famoso decreto mancetta di 80 euro ai Comuni, ai quali quest’anno ha dato l’ennesima bastonata con un ulteriore taglio dei trasferimenti. Solo per Bergamo il conto è salatissimo: 5 milioni di euro».

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