Expo, due sindaci su tre
firmano la Carta di Milano

Nella Bergamasca lo spirito della Carta è stato raccolto: finora su 170 Comuni interpellati, hanno concretamente sottoscritto la Carta 20, sindaci, ma altri 120 ha già avviato la discussione in Consiglio su come agire o tradurre in azioni e pratiche concrete i principi contenuti nella Carta.

Expo 2015 lascerà una grande eredità: la Carta di Milano, il documento che si rivolge a cittadini, imprese e ogni governo perché mettano in pratica principi di sostenibilità contro lo spreco alimentare e per la salvaguardia della Terra. Le firme, complessivamente, stanno veleggiando verso il milione. La Carta di Milano è già volata all’Onu. Ma sarà il 16 ottobre, Giornata mondiale dell’alimentazione, che il documento sarà consegnato ufficialmente al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon in visita ai padiglioni.

Nella Bergamasca lo spirito della Carta è stato raccolto: finora su 170 Comuni interpellati, hanno concretamente sottoscritto la Carta 20, sindaci, ma altri 120 ha già avviato la discussione in Consiglio su come agire o tradurre in azioni e pratiche concrete i principi contenuti nella Carta. Fin da subito hanno firmato i Comuni di Scanzorosciate, Arzago, Lovere, Bergamo, Spirano e Rovetta: «È una sfida emozionante ma imprescindibile – spiega il sindaco di Rovetta, Stefano Savoldelli - se vogliamo salvaguardare il pianeta e sostenere le future generazioni. Avviare un percorso basato sui principi della Carta di Milano, proprio nell’anno dell’Expo a Milano, è uno stimolo anche per l’Italia e gli italiani per essere orgogliosamente promotori dello sviluppo globale. Noi siamo stati a Expo il 12 settembre nel padiglione di Slow Food a promuovere il nostro Mais Rostrato Rosso di Rovetta con gli agricoltori produttori, testimonianza che qualcosa di concreto possono farle anche le piccole realtà di montagna».

«A breve porteremo il documento in Giunta – sottolinea il sindaco di Azzano, Simona Pergreffi – ma assolutamente sono principi che fanno parte del nostro modo di far politica. Abbiamo dichiarato guerra allo spreco alimentare, dalle mense scolastiche al ricovero, dove purtroppo lo spreco è ancora alto«. Caso a sé il Comune di Torre Boldone: «Noi non firmeremo la Carta – spiega il primo cittadino Claudio Sessa – preferiamo agire che firmare un documento. E allo ra entro l’anno creeremo una nuova centrale idroelettrica per il bene di tutta la comunità».

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