Start-up: due giovani
lanciano Icenova

Un teatro comunale, la sede della Protezione civile, le scuole elementari e medie, e il palazzo delle associazioni no-profit. Tutte sedi riscaldate e illuminate a biomassa legnosa, uno dei primi impianti in Italia. Ma prima ancora sono alimentati dall’orgoglio di due giovani ingegneri bergamaschi.

Un teatro comunale, la sede della Protezione civile, le scuole elementari e medie, e il palazzo delle associazioni no-profit. Tutte sedi riscaldate e illuminate a biomassa legnosa, uno dei primi impianti in Italia.

Ma prima ancora sono alimentati dall’orgoglio di due giovani ingegneri bergamaschi, Giordano Suardi e Daniele Rossetti, entusiasti di questo loro progetto messo in campo grazie alla loro azienda, Icenova, sbarcata sul mercato dopo un periodo di incubazione dentro Bergamo Sviluppo, l’azienda speciale della Camera di Commercio. Un orgoglio con un retrogusto amaro, alla fine, perché quest’avventura non è iniziata in terra orobica, ma in territorio trentino, a Cembra.

“Sì, siamo orgogliosi anche se auspichiamo che anche nella nostra provincia si possa innescare un interesse per queste tecnologie, arma vincente soprattutto per i Comuni montani. Ma orgoglio anche perché è uno dei primi progetti in Italia – spiega Suardi – a sfruttare la biomassa legnosa per la produzione combinata di energia elettrica e termica, con la vendita in e la cessione della seconda a una rete di teleriscaldamento per i bisogni di alcune utenze comunali”.

Un procedimento nuovo – presentato nei dettagli durante la Settimana dell’Energia al Point di Dalmine – che consentirà un risparmio sulla produzione di acqua calda, gode di una tariffa omnicomprensiva e arriva a maturare un credito d’imposta per teleriscaldamento a biomassa.

“Rispetto ad altri impianti di taglia più grossa che sfruttano la combustione diretta e impiegano cicli Orc per generare energia elettrica - spiega il cotitolare di Icenova, Daniele Rossetti -, si è deciso di puntare sulla gassificazione della biomassa più “pregiata” ricavando syngas”.

Ed è proprio da questa dimensioni minore che emerge tutta l’innovatività del progetto. “Sia nella taglia più piccola dell’impianto, 1,8 MWtermici, 400 kWelettrici, 2,5 milioni di investimento, sia la sua elevata flessibilità. Anche in questo si innescano quelle iniziative positive,difficilmente quantificabili in termini economici ma evidente in termini di impatto ambientale: boschi più puliti, territorio più sicuro dal punto di vista idrogeologico e lavoro locale indotto nella filiera del legno.

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