Latte, Coldiretti accusa: +350%
dal produttore al consumatore

Il rincaro dei prezzi dal campo alla tavola è un fenomeno che preoccupa per le pesanti ricadute che ha su consumatori e produttori nonché per gli ostacoli che pone alla ripresa dell’economia. Proprio in questi giorni si parla molto del caro pasta, in seguito alle indagini in corso da parte dei militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, presso le sedi di alcune importanti industrie pastarie, dopo che il Tar del Lazio ha confermato la sentenza dell’Antitrust sul cartello dei pastifici.

La stortura è evidente: il prezzo del grano duro è sceso a 0,18 euro al chilo mentre la pasta si vende a 1,4 euro al chilo con un ricarico del 400 per cento se si tiene conto delle rese di trasformazione. «La situazione dei prezzi dal produttore al consumatore - sottolinea il presidente della Coldiretti bergamasca, Giancarlo Colombi - è particolarmente pesante anche per il latte, che oggi viene pagato agli allevatori italiani il 24 per cento in meno rispetto al 1996 con circa 30 centesimi riconosciuti in media alla stalla, mentre i consumatori lo pagano circa 1,35 euro al litro, con un ricarico del 350 per cento. Proprio in questi giorni stiamo incontrando la parte industriale per definire il nuovo prezzo, ma le prospettive sono tutt’altro che rosee per gli allevatori poiché le proposte finora avanzate non rispecchiano il reale andamento del mercato dei prodotti caseari che negli ultimi tempi è stato positivo e quindi premiante per l’industria. Se non verranno seriamente prese in considerazione le istanze degli allevatori saremo costretti ad acquistare tutto il latte dall’estero perché le nostre stalle non potranno fare altro che chiudere».

In provincia di Bergamo le aziende agricole produttrici di latte sono circa 900, generano una produzione lorda vendibile annua di 130.000.000 euro e impiegano circa 2.000 addetti. «La forte riduzione dei prezzi agricoli - precisa Colombi - non ha portato alcun vantaggio ai consumatori, sta invece facendo chiudere le imprese agricole che non riescono più a far quadrare i bilanci. Se si continua di questo passo presto si assisterà a un massiccio abbandono delle campagne con conseguenze disastrose per il territorio e la società».

La situazione è generalizzata. A novembre i prezzi dei prodotti agricoli si sono ridotti del 5,2 per cento, ma si continuano a registrare aumenti per i prodotti della tavola al consumo che hanno provocato una crescita della spesa di tutti i giorni dell’1,2 per cento su base annua. Secondo le elaborazioni di Coldiretti su dati Ismea di novembre, i prezzi alla produzione agricola sono in calo per i vini (-15,8 per cento), per la frutta (-15 per cento), per i cereali (-10,6 per cento) e per gli oli di oliva (-8,4 per cento) ma anche tra i prodotti dell’allevamento con gli avicoli che cedono il 14,4 per cento, i suini il 7,9 per cento, i lattiero-caseari il 4,9 per cento, i bovini lo 0,8 per cento e gli ovicaprini lo 0,4 per cento.

Prezzi latte alla stalla (riferimento Regione Lombardia)
Anno Prezzo (Centesimi /litro)
1996 39,22
1997 36,20
1998 33,54
1999 33,13
2000 33,87
2001 36,65
2002 35,13
2003 33,96
2004 33,83
2005 33,76
2006 32,07
2007 34,45
2008 39,48
2009 Da 27 a 32 centesimi

© RIPRODUZIONE RISERVATA