Donora, rinviato l'incontro
Cgil: «Allungare la cassa»

Doveva svolgersi lunedì 4 gennaio, ma è stato rimandato a lunedì prossimo, 11 gennaio, a mezzogiorno, l’incontro in Regione sul futuro della Donora di Cortenuova, la fabbrica di frigoriferi che produceva e apparteneva al gruppo Candy. A chiedere il confronto sono stati Fiom e Fim, visto che con la fine del 2009 si è concluso anche il periodo di cassa integrazione in deroga per gli ultimi 160 lavoratori rimasti.

«All’assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Gianni Rossoni lunedì prossimo chiederemo di aiutarci ad avviare corsi di riqualificazione finalizzati alla logistica e, di conseguenza, di intervenire per un allungamento della cassa integrazione in deroga. Chiederemo soprattutto che i nuovi posti di lavoro che sembrano profilarsi a breve nell’area possano essere occupati dagli ex lavoratori Donora, che hanno appena terminato la cassa» spiega Gianluigi Belometti della Fiom-Cgil di Bergamo.

Candy, proprietaria del terreno e di quel che resta dello stabilimento, è, infatti, intenzionata a farne a breve un centro logistico: «Ad oggi, in parte, lo è già visto che a questo tipo di mansioni si dedicano 8 ex dipendenti Donora e altri 15 soci di una cooperativa - spiega Belometti - La novità è che, con la scadenza dei contratti d’affitto del sito che Candy ha a Corbetta, in provincia di Milano, il gruppo si è deciso a trasferire parte della logistica proprio a Cortenuova. Potrebbero nascere, così, una ventina di nuovi posti di lavoro».

Come luogo idoneo proprio per operazioni logistiche la ex Donora era stata individuata anche da uno studio svolto in questi anni nel tentativo di reindustrializzare l’area. Per i lavoratori Donora, che nel 2001 erano 600, dopo una serie di riduzioni d’organico il colpo di grazia era arrivato il 22 novembre 2005 quando l’amministratore delegato aveva annunciato l’imminente chiusura dello stabilimento. In quel periodo vi lavoravano in 385.

«Da quel numero si è dunque scesi a 160 lavoratori - conclude Belometti - La differenza fra le cifre è composta da ex dipendenti che hanno trovato, grazie ai tempi lunghi concessi dagli ammortizzatori sociali, nuove collocazioni. Certo, restano senza prospettive occupazionali molte donne, difficilmente ricollocabili». Per tutto il 2006, scioperi, blocchi di autostrade, incontri al Ministero e con le istituzioni locali, proteste allo stadio, ma soprattutto un lunghissimo presidio di quasi tre mesi avevano accompagnato le trattative. I 160 lavoratori ora rimanenti sono in cassa integrazione dall’estate del 2006.

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