Crisi manifatturiera: Bergamo
la più colpita nella Lombardia

Più di 23 mila lavoratori coinvolti in 652 aziende, con un'incidenza del 21,40% sull'intera Lombardia. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal tradizionale rapporto sul settore metalmeccanico che la Fim Cisl compie da diversi anni.

In una conferenza stampa è stato presentato il lavoro raccolto dal 1 luglio al 31 dicembre del 2009. Rispetto al 2008, crescono del 545% le aziende in difficoltà in tutta la regione e del 305% il numero dei lavoratori coinvolti. In questo quadro, Bergamo, con il suo 21%, rappresenta il territorio maggiormente colpito dalla crisi.

«Una crisi - ha detto Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl di Bergamo - che nella fase finale del 2009 e nei primi giorni di quest'anno vede sostituire la cassa ordinaria con la cassa straordinaria, a testimonianza di un peggioramento della situazione, anche perché molte aziende hanno iniziato a utilizzare la Cigo nel 2008».


«Abbiamo assistito in questi giorni a un'inversione di tendenza nella produzione, ma un piccolo risultato positivo non può farci dimenticare che fatturato e ordinativi del manifatturiero sono calati in poco tempo del 30-40%. A noi tocca ancora gestire con gli ammortizzatori a disposizione una situazione sempre grave».

«Alcuni analisti ipotizzano nel giro di tre anni un ritorno alla situazione del 2008.
Bergamo rappresenta la punta negativa in Lombardia, per la sua struttura molto legata al manifatturiero, in molti, troppi casi vecchio e non più concorrenziale».


«Nelle trattative in corso cerchiamo di orientare la discussione verso l'utilizzo di Casse e altri ammortizzatori (deroga, contratti di solidarietà, ecc…), aggredendo e invertendo la voglia di alcune aziende che puntano alla mobilità».

«Molti problemi li abbiamo invece con le grandi multinazionali.
Anche per questo abbiamo chiesto un incontro con Federmeccanica di Bergamo, che si svolgerà a febbraio e nel quale vorremmo concordare gli impegni, per analizzare lo stato del settore e valutare una grande trasformazione del manifatturiero bergamasco».


«Da questa crisi - conclude Uliano - ne usciremo con un'occupazione enormemente ridimensionata.
Va perciò rilanciata la nostra proposta storica di riduzione e ripartizione degli orari di lavoro.
Cerchiamo interlocutori seri per aprire una discussione su questi temi. Per i prossimi 2 o 3 anni non si intravedono segnali di ripresa. Noi cerchiamo prospettive di equità e giustuzia per una nuova reindustrializzazione».

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