Aziende agricole in difficoltà:
raddoppiati i salvataggi per debiti

La crisi stringe la gola alle aziende agricole. Secondo l'ultimo report di Agrifidi Lombardia, il sistema Coldiretti di garanzia dei finanziamenti alle imprese, sono raddoppiate le richieste per «coprire» ristrutturazioni dei debiti, carenza di liquidità a breve e alcune operazioni di investimento in immobili e macchinari. Si è passati dai 32 milioni del 2008 ai 69 milioni del 2009 e nel primo trimestre del 2010 si sta registrando un boom di richieste per un totale a oggi di 35 milioni di euro (la metà del 2009 e più del bilancio di due anni fa).

«L'agricoltura – afferma il presidente di Coldiretti Bergamo, Giancarlo Colombi  – sta attraversando, come altri comparti, un difficile momento e il 2009 è stato uno degli anni più duri che abbiamo mai vissuto. Con il sistema Agrifidi-CreditAgri cerchiamo di intervenire ogni volta che è possibile per non lasciare sole le aziende e assisterle in ogni operazione, dallo studio e applicazione dei business plan fino ai rapporti, non sempre facili, con le banche. Il settore si sta confrontando con una  profonda evoluzione, è importante che possa contare anche su un supportoi finanziario adeguato».

In provincia di Bergamo sono  oltre 700 le aziende agricole che negli ultimi 10 anni hanno chiuso i battenti. Tutto il comparto sta soffrendo, ma i settori più in difficoltà sono quelli tradizionali con allevamenti di bovini da latte e da carne.

«La situazione è oggettivamente pesante – spiega Franco Gatti, presidente Agrifidi Lombardia – anche perché i prezzi all'origine dei prodotti, quelli quindi riconosciuti agli agricoltori, sono ancora troppo bassi per compensare i costi di gestione delle aziende e molte hanno il fiatone anche sul breve termine, oltre che sul lungo periodo». Tanto che tra la fine del 2009 e i primi tre mesi 2010 a livello regionale hanno già chiuso 1.272 imprese agricole e l'anno scorso hanno smesso l'attività 180 allevamenti dal latte”.

Secondo la rilevazione di Agrifidi Lombardia, oltre al 44 per cento di richieste di mutui da ristrutturare (allungando scadenze, rinegoziando tassi, modalità di pagamento e accorpamenti con altri debiti) c'è un altro 9 per cento di coperture per spese vive di gestione, praticamente si sta prosciugando anche la liquidità che serve alle imprese agricole per l'attività di ogni giorno.

«Nonostante questo però – sottolinea Pierangelo Guerini, responsabile lombardo di Agrifidi-CreditAgri Coldiretti – la percentuale di incagli, quindi di pratiche in sofferenza è sostanzialmente stabile. Questo significa che gli agricoltori si tirano il collo, stringono la cinghia, ma onorano i debiti. Anche se spesso le banche non tengono conto di questo comportamento virtuoso che registra il comparto».

Anzi, secondo Coldiretti, negli ultimi tempi gli istituti di credito stanno attuando una generale contrazione dei finanziamenti sia a breve che a lungo termine, con una situazione  a macchia di leopardo che non riguarda solo le grandi banche, ma in alcuni casi anche i sistemi più territoriali.

«Molto spesso – aggiunge Lorenzo Cusimano direttore di Coldiretti Bergamo  – quello che fa la differenza non è tanto il radicamento locale della banca, ma l'insieme dei rapporti che si instaurano con le imprese. Soprattutto in questo momento di crisi generalizzata è importante che gli istituti di credito valutino con occhi diversi  i rapporti con le imprese agricole e tengano conto anche della professionalità,  del progetto imprenditoriale, delle prospettive di crescita  e della storicità del rapporto con le aziende».

A livello lombardo, le richieste di aiuto ad Agrifidi Coldiretti sono state più consistenti a Cremona (490 mila euro in media per azienda), seguita poi da Milano e Lodi (230 mila euro), Como (190 mila euro), Brescia (180 mila euro), Bergamo (140 mila  euro), Mantova (140 mila euro), Sondrio (100 mila) e Pavia (90 mila).

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