Edilizia, crollo degli addetti:
giù anche il valore degli appalti

La crisi nei cantieri non molla. Lo confermano i dati sul rapporto congiunturale di Ance Lombardia: l'edilizia bergamasca ne esce malconcia specie sul fronte degli occupati, che registrano nell'ultimo quadriennio una caduta verticale, la più alta a livello provinciale, con un -9,4%.

La crisi nei cantieri non molla. Lo confermano i dati sul rapporto congiunturale di Ance Lombardia: l'edilizia bergamasca ne esce malconcia specie sul fronte degli occupati, che registrano nell'ultimo quadriennio una caduta verticale, la più alta a livello provinciale, con un -9,4%.

Un dato che si incrocia con quello altrettanto allarmante del valore dell'importo dei lavori, che in un solo anno, dal 2010 al 2011, ha registrato una caduta del 46%, passando dai 3 miliardi e mezzo di euro, a un miliardo e 857 milioni. E non consola il fatto che sia aumentato il numero di cantieri passato in un anno da 6.835 a 7.282 (+6,5%).

Significa anzi che si tratta perlopiù di lavori di piccolo cabotaggio, che non riescono a tamponare l'emorragia economica in atto. «Sono dati allarmanti che però non ci sorprendono - spiega il presidente di Ance Bergamo Ottorino Bettineschi -: la situazione resta grave e lo constatiamo ogni giorno parlando con i nostri impresari. Nel dettaglio, il calo dei proventi è legato alla fine di un ciclo: è infatti terminato il periodo di espansione per le nuove costruzioni e si va invece sempre di più verso la riqualificazione. Questo però significa un numero maggiore di interventi, ma di minore importo».

Resta, impietoso il nervo scoperto dei crediti con la pubblica amministrazione, che in questi mesi ha causato autentici problemi di sopravvivenza soprattutto per le piccole aziende: «Ormai il credito che vantano le nostre imprese è salito a 41 milioni di euro, con una media di 230 giorni di ritardo - aggiunge il presidente Ance -: temo che se il governo non porrà rimedio, sbloccando il patto di stabilità, i guai potrebbero aggravarsi».

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