Crediti in sofferenza in crescita
Ma a Bergamo meno che altrove

I numeri vanno presi con le pinze. Ma possono dare qualche indicazione di massima. È il caso dei dati sulle sofferenze bancarie. E purtroppo non ci sono buone notizie. Con tutti i limiti di un'analisi approssimativa su dati della Banca d'Italia, i numeri confermano ciò che gli addetti ai lavori registrano da tempo sul campo.

Pure in Bergamasca come in tutto il Paese le insolvenze stanno aumentando. Anche se, ma la consolazione può essere magra, la tendenza provinciale è leggermente meno severa di quella nazionale.

Prendendo in considerazione solo i dati omogenei e confrontabili, fra giugno dell'anno scorso e aprile di quest'anno, ultimo mese a disposizione, le sofferenze sono cresciute in provincia del 10% (per l'esattezza 9,9%) salendo da 1,45 miliardi a quasi 1,6 miliardi. Questo a fronte di una diminuzione del 2,3% degli impieghi, scesi da 26,8 miliardi a 26,2 miliardi circa.

In termini assoluti si parla, per il sistema Bergamo, di 624 milioni di prestiti in meno e di 143 milioni di sofferenze in più. Anche se vanno registrati per i prestiti tentativi di inversione: ad aprile rispetto a marzo sono cresciuti di oltre 300 milioni.

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