Creberg e cessione sportelli:
i sindacati sono preoccupati

I sindacati bergamaschi sono preoccupati per le sorti del Credito Bergamasco: la cessione di 35 sportelli al Banco Popolare porterebbe «un danno patrimoniale». Anche perché la banca è «oggetto ormai da tempo di un continuo depauperamento».

I sindacati bergamaschi sono preoccupati per le sorti del Credito Bergamasco: la cessione di 35 sportelli al Banco Popolare porterebbe «un danno patrimoniale». Anche perché la banca è «oggetto ormai da tempo di un continuo depauperamento».

Ecco il comunicato
Il Cda del Credito Bergamasco, previsto per il prossimo lunedì 15 ottobre, dovrebbe deliberare la cessione di 35 sportelli al Banco Popolare secondo quanto previsto dal piano di riarticolazione territoriale del maggio 2011.

La prima fase di tale piano realizzatasi l'agosto scorso con l'acquisizione di 52 sportelli delle banche del territorio (Banca Popolare Lodi, Banca Popolare di Crema, Banca Popolare di Cremona, Banca Popolare di Novara e Banca Popolare di Verona) si concluderebbe quindi ora, con un differimento di un anno rispetto ai tempi originariamente previsti, a causa della sopravvenuta fusione delle stesse banche nel Banco Popolare, processo che si è concluso all'inizio dell'estate.

Ora siamo alle battute conclusive, nel frattempo il Credito Bergamasco ha proceduto alla chiusura di ben 28 delle 52 filiali acquisite nell'agosto scorso quasi a certificare i dubbi che queste OO.SS. hanno più volte espresso sul reale valore di tale operazione.

La prevista cessione delle 35 filiali da Creberg a Banco Popolare rischia ora di aggravare la situazione determinatasi a seguito dell'acquisizione delle filiali da Banco Popolare; da stime fatte da queste OO.SS. in merito alle filiali acquisite, emergerebbe una situazione patrimoniale e reddituale negativa oltre ad un peggioramento della qualità del credito, emerso solo successivamente all'acquisto delle filiali sopra citate.

Tutto ciò si accompagna al fatto che le 35 filiali in uscita dal perimetro del Credito Bergamasco presentano valori patrimoniali/reddituali decisamente superiori, in termini assoluti e procapite, rispetto alle 52 filiali acquisite un anno fa.

Si prefigurerebbe quindi un danno patrimoniale per il Credito Bergamasco, solo parzialmente compensato da un eventuale integrazione del prezzo di cessione oltre a 10 nuove licenze per l'apertura di altrettante filiali. Alla luce di quanto sopra le Organizzazioni Sindacali Fiba CISL, Fisac CGIL e UILCA del Credito Bergamasco e le relative segreterie territoriali esprimono forti preoccupazioni sul futuro della Banca, oggetto ormai da tempo di un continuo depauperamento.

Temono infatti che tutto ciò possa ripercuotersi negativamente sull'occupazione con inevitabili ricadute negative sui posti di lavoro nella bergamasca e sull'economia delle province pedemontane in senso più ampio.

Sembrerebbe il drammatico epilogo di una storia aziendale di eccellenza, costretta a piegarsi alle logiche di un sistema bancario, che anche quando si dichiara attento ai bisogni del territorio e delle famiglie, punta soprattutto alla propria sopravvivenza.

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