Scatta la riforma Fornero:
da gennaio in pensione più tardi

Scatta la riforma Fornero e da gennaio in pensione si andrà più tardi. Le donne lasceranno il lavoro non prima dei 62 anni, gli uomini invece a 66 inoltrati. La finestra mobile aveva già alzato l'asticella. Congelati sei milioni di assegni: ecco tutte le novità.

Cala il numero delle nuove pensioni, un crollo del 18,5% nei primi undici mesi del 2012. Un dato che fotografa quella che è una realtà già da qualche mese se non da qualche anno. Già prima della stretta Fornero, che scatterà a gennaio, per andare in pensione gli italiani hanno atteso, in media, un anno in più. Dai prossimi giorni, poi, arriva l'effetto della riforma e delle manovre del governo Monti.

Sul fronte dei redditi, oltre ad aumentare ancora di più l'età per le pensioni di vecchiaia, resta congelato l'adeguamento dell'assegno mensile per circa 6 milioni di pensionati che ricevono un assegno mensile di 1.217 euro netti (1.486 euro lordi). Le nuove pensioni, nei primi 11 mesi dell'anno, sono state 267.732, con un calo del 18,5% rispetto ai 328.549 dello stesso periodo del 2011. L'Inps ha liquidato 186.832 pensioni nel settore privato (-19% rispetto alle 230.549 erogate nello stesso periodo del 2011) e 80.900 nel settore pubblico (98.000 nello stesso periodo 2011, con un -17,5%), quello finora gestito dall'Inpdap, ora incorporato nell'Inps.

Nel complesso, i nuovi assegni liquidati sono stati circa 60.000 in meno rispetto a quelli liquidati nei primi 11 mesi dell'anno scorso dai due enti previdenziali. «Il dato è significativo – ha commentato il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua – ora i conti sono in sicurezza». Il dato è l'effetto della finestra mobile e dello scalino scattati nel 2011, in base al quale già da ora, prima dell'arrivo della riforma Fornero, si è atteso un anno in più per poter andare in pensione rispetto a qualche anno prima.

L'età pensionabile
L'età media di uscita dal lavoro nel settore privato è già passata dai 60,3 anni del 2011 ai 61,3 anni attuali, mentre nel settore pubblico si è passati da 60,8 a 61,1 anni. «I dati dimostrano come il sistema fosse in equilibrio già prima della riforma Fornero, che è stata una gigantesca operazione per fare cassa sulle spalle dei lavoratori», commenta il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Dal 2013 si esauriranno le uscite di coloro che possono andare in pensione con le vecchie regole e si comincerà a uscire con quelle previste dall'ultima riforma. Si potrà, quindi, andare in pensione di vecchiaia con almeno 62 anni e tre mesi se donne (63 anni e 9 mesi se lavoratrici autonome) e con 66 anni e tre mesi se uomini.

Si potrà andare in pensione anticipata rispetto alla vecchiaia solo se si sono maturati almeno 42 anni e 5 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 5 mesi se donne. Da gennaio scatta anche il congelamento dell'aumento delle pensioni sopra i 1.468 euro lordi. L'aumento sarà del 3% e la pensione minima passerà da 481 euro a 495,43. Ma la soglia molto bassa posta per lo stop all'adeguamento penalizzerà 6 milioni di pensionati. «Un accanimento senza precedenti», afferma il segretario dello Spi-Cgil, Carla Cantone.

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