Ressolar, l'olio per friggere
trasformato in biocombustibile

Recuperare l'olio vegetale che impieghiamo ogni giorno per cucinare per poi trasformarlo in biocombustibile o come fonte rinnovabile di energia elettrica. È questa l'idea sviluppata dalla bergamasca Ressolar.

Recuperare l'olio vegetale che impieghiamo ogni giorno per cucinare attraverso taniche di plastica da tenere in casa per poi trasformarlo in biocombustibile o come fonte rinnovabile di energia elettrica, ma anche per prevenire le incrostazioni delle tubature degli edifici e delle abitazioni. È questa l'idea, unica nel panorama italiano, sviluppata da Ressolar, azienda di Bergamo nata nel 2005 che si occupa di energie rinnovabili, presentata ieri nella giornata inaugurale di Edil 2013.

«Da tempo stavamo pensando ad un modo per recuperare e riutilizzare l'olio vegetale impiegato in tutte le case per friggere o che proviene dalle confezioni sottolio e che, nella maggior parte dei casi, finisce nel lavandino provocando gravi danni all'ambiente per la presenza, soprattutto nelle fritture, di sostanze inquinanti – afferma Gianluigi Piccinini, presidente Ressolar (15 dipendenti, fatturato attorno ai 15 milioni di euro): così è nata la campagna di sensibilizzazione “Se lo rifiuti, sei fritto” che consiste nel recupero dell'olio usato esausto attraverso taniche da cinque litri da tenere nelle cucine di casa».

L'iniziativa, lanciata alla Edil Fiera, sta iniziando a coinvolgere, seppur in via ancora embrionale, «già una cinquantina di Comuni bergamaschi oltre a molti bar e ristoranti del territorio – evidenzia Piccinini – e si pone come obiettivo il recupero dell'olio vegetale da reimpiegare industrialmente come fonte di energia rinnovabile, elettrica e di calore, ma anche come biocombustibile, anche se lo scopo principale è rappresentato dalla diffusione della cultura del recupero degli olii vegetali esausti con grandi vantaggi per l'ambiente».

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