Faac, Grassobbio verso la chiusura
Cambiano gli assetti societari

L’arcidiocesi di Bologna è salita dal 66 al 100% della società che ha anche uno stabilimento a Grassobbio.

Ma il sito produttivo bergamasco è destinato comunque alla chiusura, come più volte comunicato dalla proprietà: il che vuol dire 50 posti di lavoro in meno a Grassobbio. Intanto la Faac , specialista in cancelli automatici, con sede a Zola Predosa, diventa al 100% dell’arcidiocesi di Bologna guidata dal cardinale Carlo Caffarra. A Milano è stato firmato il contratto che sancisce il divorzio consensuale con i soci di minoranza francesi di Somfy che avevano il 34% delle azioni dell’azienda.

La curia bolognese era entrata in possesso del 66% perché nominata erede universale da Michelangelo Manini, il proprietario scomparso a febbraio 2013. A giugno 2014, dopo un periodo in cui la Faac era sotto sequestro e affidata ad un custode, in seguito all’impugnazione dei testamenti di Manini da parte dei familiari dell’imprenditore, la maggioranza delle azioni erano tornate all’arcidiocesi, che aveva liquidato i parenti in un accordo transattivo da circa 60 milioni. L’azienda ha chiuso l’ultimo anno con un 330 milioni di ricavi.

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