«Io non diserto mai un tavolo
Il sindacato dei riti? Va asfaltato»

Gigi Petteni, segretario confederale della Cisl, sull’assenza di Cgil e Uil all’incontro con Confindustria.

«Non diserto mai un tavolo. credo che Cgil e Uil abbiano perso una buona occasione. Auspichiamo che ci sia un ripensamento». Così il segretario confederale della Cisl, il bergamasco Gigi Petteni, che ha partecipato al tavolo tecnico sul modello contrattuale, sostenendo che Confindustria «il segnale lo ha dato. Ha detto ed ha ribadito che le categorie devono andare avanti con i loro percorsi contrattuali». Alla domanda se la Cisl sia pronta ad andare avanti ha risposto che «perseguiremo fino in fondo ogni opportunità di incontro».

«Ci andremo di notte, di giorno, di sabato o domenica, mai salteremo un confronto e utilizzeremo tutte le possibilità” per discutere e “cambiare le regole” della contrattazione, «esigenza che ho presentato a Confindustria nel corso della riunione e su cui c’è stata convergenza, insieme alle proposte della Cisl», ha proseguito Petteni: «Io lavoro per farle tutti insieme, poi nella storia si è visto che a volte si sono fatte con chi ci sta». Per il segretario confederale della Cisl, però, «anche il sindacato deve fare un salto di qualità rispetto al sindacato dei riti: un sindacato così - ha detto - va asfaltato».

Quanto a Cgil e Uil, «sono normalmente rispettoso delle posizioni degli altri, ma abbiamo mandato molti segnali perché questo sia un percorso comune, poi ognuno ha il suo stile: se ho una cosa da dire a Confindustria gliela dico al tavolo e non con un comunicato». Comunque, «fino all’ultimo minuto ho sperato che Cgil e Uil venissero al tavolo, poi tutti abbiamo compiuto 18 anni, abbiamo tutti responsabilità e ognuno risponde alle proprie», ha detto ancora Petteni, precisando anche, al termine della riunione in viale dell’Astronomia, che «se sono qui è perché la Cisl ha deciso che fossi qui». È «una occasione - ha detto ancora riferendosi a Cgil e Uil - che non possiamo perdere: se non facciamo noi le regole c’è il rischio che le facciano altri. Ma noi siamo qui non per paura, ma per convinzione».

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