Istat, il tatuaggio entra nel paniere
Escono cuccette e vagoni letto

Cambia il paniere dell’Istat per l’inflazione. A rappresentare le nuove abitudini di consumo delle famiglie nel 2016 entrano il tatuaggio, le bevande vegetali, il pantalone corto da uomo, i leggings bambina, la lampadina led, i panni cattura-polvere, i servizi integrati Tv, Internet e voce e gli alloggi universitari. La rilevazione si arricchisce inoltre dei prezzi delle auto usate e del trapano elettrico. Escono, invece, dal paniere cuccette e vagoni letto. A gennaio a Bergamo l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,2%.

Il Codacons giudica «incomprensibile» la variazione dei pesi che l’Istat attribuisce alle varie voci del paniere per il calcolo dell’inflazione, con l’aumento del peso dei servizi ricettivi e di ristorazione e il calo della divisione trasporti. «Va bene inserire nel paniere i tatuaggi, le lampadine al led e i servizi integrati di telecomunicazione, perché negli ultimi anni tali prodotti sono entrati prepotentemente nella vita degli italiani», spiega il presidente Carlo Rienzi. «Il vero problema dell’inflazione - aggiunge - tuttavia, è rappresentato dai pesi che l’Istat attribuisce alle singole voci». Rienzi osserva che «negli ultimi anni le famiglie hanno tagliato fortemente proprio viaggi e cene al ristorante», mentre la voce trasporti «incide pesantemente sulle uscite mensili dei cittadini».

Le novità del paniere Istat per il calcolo dell’inflazione, secondo Federconsumatori e Adusbef, sono «piccoli adeguamenti che non cambiano la sostanza». «Permangono, infatti, molte perplessità relative all’aggiornamento del paniere Istat», dichiarano i presidenti, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, convinti che «per una maggiore attinenza alla realtà è fondamentale affrontare seriamente un riequilibrio dei pesi dei beni del paniere: rendendo più realistici i pesi assegnati ad alcune voci, come ad esempio quella importantissima relativa all’rc auto».

Inoltre le associazioni ritengono sbagliata l’immissione avvenuta negli anni scorsi di prodotti tecnologici molto costosi, dalla diffusione ancora limitata, la cui inevitabile caduta di prezzo condiziona al ribasso il tasso di inflazione in termini generali. Questi beni propongono che siano inseriti nel paniere solo dopo aver raggiunto una soglia minima di diffusione, pari ad almeno il 20% della popolazione.

Nel mese di gennaio, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), a Bergamo, registra una diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), si attesta a +0,6%, in aumento rispetto al +0,2% registrato il mese scorso.

La variazione più marcata si registra nella spesa delle «Comunicazioni», nella quale si registrano aumenti dei servizi postali e degli apparecchi telefonici e telefax. Segue la divisione «Bevande alcoliche e tabacchi» con rincari di alcolici, vini e birre. In forte diminuzione troviamo i «Trasporti» dove a scendere sono soprattutto i carburanti e la spesa per il trasporto aereo passeggeri; in salita trasporto passeggeri su rotaia, su strada e marittimo, automobili, biciclette, motocicli e ciclomotori. Negativa anche la divisione «Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili» nella quale si registrano diminuzioni dei prodotti gasolio per riscaldamento, energia elettrica e gas; in aumento combustibili solidi, altri servizi per l’abitazione n.a.c. e prodotti per la riparazione e la manutenzione della casa.

Segue «Ricreazione, spettacolo e cultura» con cali di apparecchi fotografici e cinematografici, strumenti musicali, articoli per giardinaggio, piante e fiori, servizi culturali, libri, giornali e periodici, pacchetti vacanza ed articoli di cartoleria e materiale da disegno; in salita apparecchi di ricezione, registrazione e riproduzione suoni e immagini, apparecchi per il trattamento dell’informazione, supporti di registrazione, beni durevoli per ricreazione all’aperto, giochi e hobby, articoli sportivi, per campeggio e attività ricreative all’aperto, servizi ricreativi e sportivi, prodotti per animali domestici. Lieve diminuzione per «Servizi ricettivi e di ristorazione» dove scendono ristoranti, bar e simili; in controtendenza i servizi alloggio. Invariate le divisioni, «Mobili, articoli e servizi per la casa», «Servizi sanitari e spese per la salute», «Istruzione» , «Altri beni e servizi», «Abbigliamento e calzature» e «Prodotti alimentari e bevande analcoliche».

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