Schermi e... larve alla Coop
Ecco il supermercato del futuro

Come acquisteremo, cosa mangeremo, chi maneggerà il cibo e i prodotti, in un futuro più o meno lontano, prima che arrivino sulle tavole dei consumatori? Per sapere tutto questo basta andare a Expo e, nella grande Coop aperta nei giorni scorsi, toccare un prodotto con la mano. Sfiorarlo, e lo schermo di fronte fornisce tutte le risposte.

Eccoci nel supermercato del futuro, spazio nato dalla collaborazione tra Coop, il Mit Senseable City Lab e lo studio Carlo Ratti Associati. Si chiama Future food district e individua i possibili, e verosimili, scenari futuri del retail. È composto da un vero e proprio supermercato in cui vivere una reale esperienza d’acquisto: 6.500 metri quadrati tra Cardo e Decumano, tra frutta, verdura, pasta e formaggio. E perché tutta questa tecnologia? Sicuramente per ripensare la distribuzione e spiegare una filiera che molto spesso è complicata e poco trasparente. Qui è tutto su uno schermo: per i biscotti come per il succo di frutta. Si tocca il prodotto e si legge la sua composizione, la filiera produttiva, il ciclo di vita, ma anche i valori nutrizionale del prodotto, il costo, l’impatto ambientale e l’eventuale presenza di allergenici, l’origine delle materie prime conce quali è fatto, i controlli di sicurezza.

Il cibo del 2020 e del 2050 è infatti visibile in due corner all’interno del supermercato, mentre nell’Exhibition area sono in mostra, grazie alla Società Umanitaria di Milano, i primi prodotti commestibili derivanti dalle oltre 1.900 specie di insetti di cui si cibano già oggi circa due miliardi di persone.

Infatti secondo l’aumento previsto della popolazione, 1,8 metri quadri a testa per produrre il cibo necessario per sfamare tutti saranno davvero pochi. La sfida, dunque, è quella di rendere possibile l’aumento della produttività alimentare per mezzo di sistemi alimentari ovunque sostenibili. Increduli? Per ora è possibile vedere in anteprima nell’Exhibition area larve di bambù, scorpioni ricoperti di cioccolata, larve della farina, vodka allo scorpione, misto di pupe (la fase di crescita tra larva e insetto), larve di cereali, termiti disidratate, cavallette, coleotteri, larve giganti al cioccolato e tarantole arrostite.

Un mix interessante e sicuramente pertinente al tema di Expo, mentre sempre nel supermercato la tecnologia la fa da padrona, con tanto di robottino che impacchetta mela per mela. Ad aver progettato questo moderno aiuto meccanico è la Abb: YuMi è infatti il primo robot industriale al mondo a due bracci realmente collaborativo. Opera al banco della frutta e confeziona mele in scatole di materiale ecologico e le colloca in un’area self-service dove possono essere acquistate dai visitatori a 50 centesimi l’una.

http://ecodibergamo.it/videos/video/1013508/

«Gli attori della filiera alimentare, dai produttori ai costruttori di macchine fino ad arrivare alla grande distribuzione organizzata, devono gestire contemporaneamente molte sfide – spiega Mario Corsi, amministratore delegato di Abb –: sicurezza, igiene, affidabilità tecnologica e tracciabilità dell’intero processo. Oltre a rispondere a queste priorità, le nostre soluzioni legate all’automazione e alla robotica portano vantaggi in termini di velocità di produzione, qualità dei prodotti, riduzione degli sprechi, maggiore efficienza e flessibilità. La chiave risiede in una continua spinta all’innovazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA