Questa mattina

A parte l’indelicato gesto del parlamentare che ha scritto sulla scheda il nome di Sabrina Ferilli (facendo sapere al mondo che ha 50 anni) l’elezione del capo dello Stato prosegue secondo il copione prestabilito.

E per ora provoca mal di pancia solo ai media, che hanno schierato affollate task force di cronisti-editorialisti-retroscenisti-coloristi per un evento con l’appeal di un piatto di verdure lessate.

Non certo per il valore istituzionale che rappresenta, ma per l’obiettivo all’apparenza scontato con modalità organizzate dal premier Renzi: mandare al Quirinale Sergio Mattarella questa mattina. Dopo le tre prove generali con schede bianche attorno ai 500 voti ci sono tutti i presupposti perché il blitz riesca con il supporto di Sel e di Scelta civica, ai quali dovrebbe affiancarsi il centrodestra in ordine sparso anche se Berlusconi non ha mai appoggiato la candidatura.

Ai tempi della legge Mammì che dava via libera alle Tv del Cavaliere, Mattarella s’era dimesso dal governo Craxi. Ma sono passati 25 anni, lasso di tempo nel quale le evoluzioni della politica porterebbero persino gli antipodi a toccarsi. Un solo gesto potrebbe sparigliare le carte: la decisione di Forza Italia di neppure presentarsi in aula in segno di protesta.

A quel punto Mattarella rischierebbe d’essere bruciato e Renzi potrebbe rilanciare un cavallo buono per tutte le stagioni, Romano Prodi. Per Berlusconi è l’anticristo, per il Movimento 5 Stelle è un ottimo candidato. E con i voti dei grillini salirebbe al Colle. Proprio sicuri che il patron del Milan non sappia quanto brucia un autogol?

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