Colantuono: «Genoa da non snobbare
Altrimenti rischiamo brutte figure»

Arriva il Genoa di mister Delneri e l'Atalanta vuole tornare a vincere dopo la pesante sconfitta di Firenze. «Non dobbiamo guardare la classifica, perché è bugiarda rispetto al potenziale del Genoa. Se lo sottovalutiamo, rischiamo brutte figure». Parole di Colantuono.

Arriva il Genoa di mister Gigi Delneri e l'Atalanta vuole tornare a vincere dopo la pesante sconfitta di Firenze, vedendosela contro un avversario in crisi profonda. «Non dobbiamo guardare la classifica, perché è bugiarda rispetto al potenziale del Genoa, ed è figlia di situazioni sfortunate - ha affermato il tecnico dei bergamaschi, Stefano Colantuono -. Non sottovalutiamolo altrimenti rischiamo di fare brutte figure».

«La situazione è simile alla partita con la Sampdoria, dobbiamo guardare meno possibile al distacco e pensare da squadra vera e tosta che questa è un'altra partita di quelle tremende e fondamentali per il proseguo del campionato».

Il mister nerazzurro è tornato sulla prestazione di Firenze apprezzandone i lati positivi, ma insistendo su quanto successo sui calci piazzati. «Dovremo essere bravi a trovare la chiave tattica giusta e la soluzione ai problemi che potranno crearci. Ci lavoriamo tutte le settimane sulle palle inattive nella fase difensiva, ma questo non deve diventare un problema. A Firenze solo in un'occasione abbiamo fatto un errore grosso, sul terzo gol, mentre sul primo è stata fortunata la Fiorentina, e Aquilani è stato bravo a mettere il pallone nel sette».

«Nel primo tempo abbiamo giocato alla pari, a viso aperto, abbiamo commesso delle ingenuità pagate care e questo ci ha fatto capire che non puoi mollare nulla e regalare avversari, visto che è la terza volta che rimaniamo in dieci almeno per un tempo. L'assenza di Cigarini è pesata domenica, contro una squadra così forte, mi auguro che non pesi in questa. Quando è mancato, come contro il Napoli, ce la siamo cavata bene».

Per quanto riguarda la querelle Ruggeri-Percassi d'inizio settimana, il tecnico romano ha mantenuto il silenzio, spiegando una volta per tutte cosa successe nel 2006, quando dall'Atalanta si trasferì al Palermo, con tanto di contratto in mano.

«Non è la prima volta che leggo di questo contratto. Mi sono assunto le mie responsabilità e mi prendo le colpe di quella situazione, ma non ho firmato un contratto andandomene dopo tre settimane. Il contratto è stato depositato il 23 dicembre e quindi è stato firmato nello stesso mese e andai via dall'Atalanta solo a giugno, sei mesi dopo».

Simone Masper

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