È un’Atalanta indifendibile
Problemi tecnici e mentali

Atalanta rigorosamente indifendibile. Un regalone a un Genoa rivitalizzato di colpo dopo sei ko di fila tra campionato e Coppa Italia.

Il crollo non è dovuto, secondo noi, unicamente ai problemi tecnici-tattici venuti sorprendentemente a galla nelle gare a cavallo tra dicembre e l’inizio di gennaio, intervallate dalla pausa per le festività natalizie. Che si avvertissero la mancanza di Carmona e successivamente quella ancor più importante di Moralez (una partenza al centro di un mare di perplessità da parte della stragrande maggioranza della tifoseria) era abbastanza ipotizzabile.

Aggiungiamo l’inconsistenza in fase offensiva complici l’irriconoscibile Denis e il perdurare dell’assenza di Pinilla. Non prevista, invece, l’abulia fisico-atletica e mentale dell’intero collettivo. E sotto questo aspetto contro il Genoa si è toccato proprio il fondo. In altre parole da un circa un mese l’Atalanta ci ha trasmesso il messaggio di non possedere quelle applaudite caratteristiche che le avevano consentito di meritare ovazioni e riconoscimenti dai media e da addetti ai lavori accreditati.

La conclusione dell’andata è, così, coincisa con l’amaro passaggio dalla nobile posizione in classifica a quella meno invocata. Per carità solo un paio di lunghezze dividono gli atalantini dai due tronconi e i bergamaschi possono vantare ben nove punti di margine rispetto alla zona a rischio. Attenzione, però, che il margine-paracadute potrebbe ridursi qualora nel prossimo impegno di sabato con l’Inter si dovesse rimanere di nuovo all’asciutto. In casi del genere si auspica un riscatto immediato. Necessità che non è stata, affatto, recepita dalla squadra al rientro dell’altrettanto prova deludente del giorno dell’Epifania da Udine. Men che meno ha avuto effetto sperato il ritiro anticipato a Zingonia disposto da mister Edy Reja e avallato dalla dirigenza.

Arturo Zambaldo

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